Alda Merini, rivelazione choc: "Si dava la colpa per la sparizione di Ylenia Carrisi"
Alberto Casiraghy, editore delle poesie di Alda Merini per quasi vent’anni (fino al primo novembre del 2009, data della sua scomparsa), rivela alcuni aneddoti sulla sua amica e musa, in una intervista a Oggi.
Alda Merini, racconta l'editore, già liutaio, scenografo, violinista e tipografo, "era anche una donna difficile. Per starle accanto bisognava volerle bene. Era piena di abissi. Era Mozart, aveva una velocità di pensiero che le permetteva di dettare una poesia di getto. E dopo cinque minuti la vedevi su tutte le furie perché il portinaio aveva spostato di un millimetro la pattumiera".
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Casiraghy e la poetessa dei Navigli avevano un rapporto di profonda amicizia: "Mi chiamava 80 volte al giorno. Dalle 6 della mattina fino alle 8 o 9 di sera. Prima di tutto mi sgridava subito anche senza motivo e in pochi secondi cambiava registro e diceva cose affettuosissime. Poi iniziava a dettare con una creatività senza confini. Un giorno un amico mi chiese se poteva chiedere ad Alda una poesia su suo padre che faceva il falegname. Gli chiesi dei dettagli e li riportai alla Merini che seduta stante mi declamò la poesia. Riusciva a entrare dentro le persone attraverso i racconti".
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La Merini "era uno di quegli esseri fuori dal tempo. Quando l’ho conosciuta, c’era stato l’attentato a Falcone e lei era rimasta sconvolta", prosegue Casiraghy. "Pensava che fosse stato il portinaio a ucciderlo per punire lei. Vaneggiava. Poi mi ha dettato una poesia su Giovanni Falcone. Meravigliosa. Idem quando è sparita la figlia di Al Bano, Ylenia Carrisi. Pensava che fosse colpa sua".