Quarta Repubblica, Paolo Mieli: "Due cose su Mosca sono chiare", la rivelazione
All’alba del nuovo mandato elettorale, Vladimir Putin si è trovato subito a dover fare i conti con un terribile attacco terroristico sul suo territorio, l’assalto alla Crocus City Hall di Mosca che ha provocato 133 morti ed è stato subito rivendicato dall’Isis. Un’azione che, secondo il leader russo, ha anche i colori giallo e blu dell’Ucraina, paese verso il quale fuggivano i terroristi, arrestati prima che superassero il confine. Quanto la guerra in Ucraina e ciò che è successo nella sala concerti hanno in comune e quanto c’è da sospettare sulla vera matrice di questa azione sanguinosa? Se ne discute a Quarta Repubblica, il programma di approfondimento politico e sociale di Rete4, condotto da Nicola Porro.
Tra gli ospiti della sua ultima puntata c’è anche il saggista Paolo Mieli, che cavalca questo sospetto e conferma quanto la presa dell’Ucraina sia e resti l’obiettivo primario di Putin: “Due fatti sono certi, Putin non ha avuto neanche un attimo di commozione e di esitazione nell’accusare l’Ucraina e la fuga dei terroristi è ridicola, qualcosa non torna. Putin è talmente ossessionato dalla presa finale dell’Ucraina che con cinismo non ha esitato a dare la colpa dell’attentato agli ucraini”.
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Sulla stessa lunghezza d’onda la giornalista di Askanews, Cristina Giuliano: La responsabilità dell’Isis è stata messa in dubbio fin dal primo secondo. Questo evento ha molto scosso i russi, il Crocus è un posto dove si fanno concerti importanti, un biglietto del Crocus è un bellissimo regalo da ricevere, è il cuore di Mosca. Putin non si fermerà all’Ucraina, la Finlandia e la Svezia sono molto vicine alla Russia e le loro paure non sono basate sul nulla”. Questi timori sono condivisi anche da Edward Luttwak, consulente strategico del governo USA: “Oggi l’esercito russo sta avanzando in Ucraina, la prima cosa che bisogna fare è il servizio militare obbligatorio, se Putin conquista l’Ucraina diventa potere russo nell’Europa centrale.”
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