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Quarta Repubblica, Toni Capuozzo: "Cosa non torna nell'attentato di Mosca"

Roberto Tortora
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Il mondo intero ha ancora negli occhi l’orrore dell’attentato dell’Isis K. alla Crocus City Hall di Mosca di venerdì scorso, nel quale hanno perso la vita 133 persone, trucidate a sangue freddo da quattro terroristi che hanno poi cercato di fuggire attraverso il confine con l’Ucraina, ma sono stati fermati e arrestati prima che lo superassero dalle autorità russe.

Per provare a dare una spiegazione di quanto successo, se ne discute a Quarta Repubblica, il programma di approfondimento politico di Rete 4 condotto da Nicola Porro. Tra gli ospiti c’è Toni Capuozzo, storico giornalista e inviato di guerra proprio di Mediaset, il quale spiega perchè questa nuova falange terrorista islamica ha puntato il dito contro Mosca: “La Russia è il loro nemico in Siria. La Turchia è un terreno d’incontro di questi terroristi dell’Isis K.”. 

 

 

Nelle modalità dell’attentato, però, ci sono falle che fanno dubitare che possa essere un’azione “autentica” e i sospetti su un possibile bluff (da parte di chi? La Russia stessa?) aumentano. Lo stesso Capuozzo dice: “Qualcosa che non torna c’è, gli attentatori si sono allontanati con la stessa macchina con cui erano arrivati e sono scappati per 4 ore”. Sulla stessa eco un altro navigato giornalista di guerra, Fausto Biloslavo: “L’Isis K. è una minaccia seria e si stanno preparando ad azioni globali senza preavviso. Se osserviamo il video della strage vediamo che è un commando addestrato, poi però questi si trasformano in ladri di polli che scappano con la stessa macchina”. Anche il saggista Paolo Mieli, infine, si accoda a questo sospetto: “Due fatti sono certi, Putin non ha avuto neanche un attimo di commozione e di esitazione nell’accusare l’Ucraina e la fuga dei terroristi è ridicola, qualcosa non torna. Putin è talmente ossessionato dalla presa finale dell’Ucraina che con cinismo non ha esitato a dare la colpa dell’attentato agli ucraini”.

 

 

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