Beatrice Venezi, sospesi tre orchestrali che l'accusarono di essere "inadeguata"
Bella. Anzi bellissima. Brava. E pure di destra. Che sappiamo essere davvero troppo per il teorema di certa sinistra secondo cui, per entrare nell’olimpo - in questo caso della musica - bisogna allinearsi alle loro idee. O almeno far finta. Solo che adesso qualcosa inizia a “ribaltarsi”. È successo a tre orchestrali di Palermo, che avevano accusato il Maestro Beatrice Venezi di essere «inadeguata» per certi ruoli. E sono stati sospesi. Sappiamo che la Venezi, direttrice d’orchestra, 33 anni appena, viene spesso contestata non per le sue capacità professionali, quanto per il suo orientamento politico. E, dunque, giù fischi: da Nizza (a Capodanno dalla platea su uno striscione si recitava «Niente fascisti all’Opera, niente opera ai fascisti») agli orchestrali di Palermo. Che hanno fatto?
Anzi, che hanno detto nei confronti del maestro? Perché, per quanto ne dicano le femministe, così si fa chiamare: «Il mio titolo è maestro, in italiano non c’è il neutro, c'è un maschile, come dire, inclusivo». Dunque, alcuni componenti dell’Orchestra sinfonica siciliana, in una intervista a Repubblica a fine gennaio, hanno detto che è «non adeguata», che è «incoerente con l’esecuzione musicale». Ovvero con la Sinfonia numero 6 in si minore op. 74 “Patetica” di Cajkovskij e la Sinfonia numero 6 in si minore op. 54 di Sostakovic, in cartellone lo scorso febbraio al Politeama Garibaldi di Palermo. E poco importa il curriculum da circa 200 concerti diretti e 70 opere in tutto il mondo.
Per il sovrintendente della Fondazione Orchestra sinfonica siciliana, Andrea Peria, i tre hanno provocato un danno di immagine alla Fondazione. E ieri è arrivata la “punizione”, non prima di aver chiesto spiegazioni ai diretti interessati che si erano difesi con una lettera nella quale avevano espresso le motivazioni della protesta. Motivazioni che, evidentemente, non sono state soddisfacenti. Così, due di loro sono stati sospesi per una settimana dal lavoro e dalla retribuzione, il terzo orchestrale è stato sanzionato con un giorno di sospensione. Tutto fa pensare, però, che i musicisti faranno ricorso visto che hanno già incaricato un avvocato di occuparsi della faccenda.
Intervistata dal quotidiano La Sicilia, la Venezi aveva detto che i contestatori non sono persone «con cui mi interfaccio», visto che si fa «con la spalla, seguendo un ordine gerarchico». E che «la critica in sé può essere anche legittima» ma ci sono «stati toni che mal celano un’acredine da parte di queste persone», che «nascondono misoginia, ma anche ragioni politiche: basta vedere le aree a cui appartengono... diverse da quella che io, in qualche misura, rappresento, anche se da tecnico, senza avere mai preso una tessera di partito». Al tavolo della polemica si è seduto subito il M5S. «Se sei amica personale di Giorgia Meloni o del suo alfiere minore Gennaro Sangiuliano non puoi essere contestato, pena un provvedimento disciplinare sul lavoro», lamentano i senatori Luca Pirondini e Dolores Bevilacqua. Che parlano di «provvedimento scandaloso, che non può essere accettato e che dimostra la concezione ignobile della cultura che esprime questo governo». E promettono una interrogazione parlamentare.
Nel mentre, Beatrice Venezi domani celebra Giacomo Puccini a Bruxelles, all’Ambasciata Italiana, nel centenario della scomparsa, con brani e arie da “La Boheme”, “Tosca” e “Turandot”.