Cinema, la morale ha ucciso i film di destra: film sempre più "sinistri" e noiosi
Ma che fine ha fatto il cinema di destra, quello sano, eroico, conservatore, quello che riempiva le sale facendo scattare nel pubblico i processi di identificazione con i personaggi e gli attori? Non c’è più, o almeno si ritrova a stento e non c’entra nulla chi vota cosa. Se un tempo il cinema di sinistra, quello noioso, minimalista, a basso profilo, dogmatico nel senso che discende da Dogma, era un fatto meramente italiano, oggi il malessere dello spettatore medio, alla ricerca di grandi storie ed emozioni forti, non può nemmeno rifugiarsi a Hollywood, dove l’ondata woke e perbenista ha tolto ogni poesia alla settima arte. Risultato: i film vanno male, non piacciono alla gente, annoiano da morire.
Non resta che ripiegare sui classici, recuperare vecchi capolavori che oggi sarebbero sforbiciati senza pietà da censori al cui confronto impallidirebbe chi mandò al rogo Ultimo tango a Parigi e massacrò Salò e Caligola. Meno male che esistono le piattaforme o lo streaming, dove si trova (quasi) tutto, è questa l’ultima salvezza del cinema.
Bisognerebbe, insomma, rovesciare il modello del cineforum anni ’70 - seguirà dibattito dove si proiettavano solo film d’autore e per tentare di salvarsi la vita istituire dei club “cinephiles” dedicati alle pellicole di destra, o almeno ascrivibili alla visione del mondo che più ci somiglia.
CHE LA FORZA SIA CON TE
Il titolo potrebbe essere «che la forza sia con te», la frase utilizzata a partire dal 1977 in ogni episodio della saga Guerre stellari, di origine mistico-cristiana. Continuando nel genere fantastico o fantascientifico, vanno salvaguardati assolutamente i supereroi Marvel delle origini, quelli che il bene vinceva sempre, se la cavavano in ogni occasione muovendosi in un universo prettamente maschile in quanto il loro linguaggio non aveva nulla di muliebre e aggraziato. Che dire allora delle avventure di James Bond a cominciare dalla prima versione di Sean Connery che esalta il modello di seduttore incallito, capace di conquistare una donna col semplice sguardo, rispetto al modello peterpanesco e incerto del maschio nel cinema di sinistra?
Interi generi sono definitivamente banditi: la commedia all’italiana tutta, dove si rideva per battute crasse e volgari, dove le minoranze non erano tutelate, dove si vedevano tante donne belle e poco o nulla vestite. Un’essenza, questa della comicità nostrana, che attraversa tutto il ‘900 fin dal sonoro, prosegue con i grandi classici della triade Gassman-Tognazzi-Manfredi e “atterra” sui cinepanettoni, a lungo specchio di vizi e virtù del Paese, che tanto han fatto fino a distruggerli completamente cancellandoli dalle produzioni attuali.
Il western, John Ford e The Duke John Wayne si rivoltano nella tomba, da quando ha scoperto l’omosessualità ha perso i capisaldi teorici che lo fecero diventare «cinema americano per eccellenza». Il poliziesco, quello con l’eroe ambiguo, misantropo, romantico, che credeva nella sua giustizia al di sopra delle istituzioni e della burocrazia, si è trasformato in melassa buonista dove il commissario di turno sta sempre dalla parte dei giusti, di chi si lamenta della società cattiva e allora delinque.
FORZA CLINT
Nessuno spazio per l’ispettore Callaghan, ma finché ci sarà al mondo Clint Eastwood qualcosa è ancora salvo, peril capitano Stanley White (Mickey Rourke) che ne L’anno del dragone di Michael Cimino odiava i cinesi, neppure per il detective ebreo interpretato da Russel Crowe in American Gangster. Salvate il soldato Ryan?
Macché, salvate il cinema di destra, se volete salvare il cinema. Nella lista titoli imperdibili che hanno fatto la storia come Nascita di una nazione di Griffith, Braveheart, Rambo e The Hurt Locker della Bigelow. A proposito di autori, la filmografia anarcoide di Don Siegel, Sam Peckinpah e John Milius, in particolare Un mercoledì da leoni. Batman, tutto vestito di nero, non è certo di sinistra e non lo sono neppure i classici cartoon disneyani mentre quelli di oggi sono inguardabili e infatti la casa di produzione sta avviando un radicale ripensamento su storie e personaggi. Il dato di fatto? Tutto ciò che è stato cinema dai valori di destra è stato grande cinema, film visti e amati da tutti, anche da chi non la pensava allo stesso modo.