Max Felicitas, le lezioni a scuola: "Io, prima stella dell'hard divulgatore"
Max Felicitas, al secolo Edoardo Barbares, 31 anni, friulano, nel suo campo è il numero 1. Fatta eccezione per Rocco Siffredi, nel mondo del porno è il re italiano. Ma è anche un deejay, imprenditore e, diciamo, divulgatore sentimentale/erotico e scientifico: gira le scuole di tutto il Paese per dibattere di educazione sessuale, bullismo, problemi giovanili. «Da anni sognavo di andare nelle scuole a parlare agli studenti, prima solo immaginare che un preside desse l’ok a un porno attore era impensabile. Oggi tanti mi danno fiducia».
Cosa le preme dire agli studenti?
«Li dissuado dal prendere alla leggera, per esempio, professioni come l’attore porno oppure di mettersi su Only Fans a fare soldi facili: le conseguenze sono pesanti. Poi mi piace spiegare, da vittima di bullismo, che i veri fighi non sono quelli che prendono di mira gli “sfigati” ma quelli che li difendono. Poi sottolineo di fare attenzione nel girare video mentre si fa sesso: un momento di leggerezza si può pagare caro per anni. Quando fate l’amore, concentratevi a farlo bene, non pensate a filmarvi!».
Educazione sessuale e sentimentale?
«Sì. L’avvocato Lorenzo Puglisi spiega dal punto di vista legale i risvolti dello stalking e del revenge porn. Con l’urologo parliamo di prevenzione sulle malattie sessualmente trasmissibili: ci sono centri che gratuitamente fanno analisi su Hiv ma non solo, ce ne sono tante altre. Promuoviamo il profilattico».
Lei è stato vittima di bullismo, diceva. Ne aveva consapevolezza? Soffriva?
«Soffrivo molto, ma chi è vittima di solito non ne parla in famiglia. Mi vergognavo, oggi sono contento di spiegare ai giovani come e a chi chiedere aiuto. Allora non avevo consapevolezza: non tutti i professori si prendono dieci minuti per parlare con gli studenti di educazione civica. Non sapevo come tutelarmi».
Si è buttato nel porno per cercare un riscatto dai bulli a scuola?
«No. I soldi e la fama non danno riscatto. La dà solo il poter aiutare gli altri».
I liceali come reagiscono alle sue “classi”?
«Fanno molte domande. La cosa bella è che hanno davanti un pornattore, ma non si rapportano come se io fossi un fenomeno da baraccone, fanno domande interessanti sulla mia professione, chiedono consigli imprenditoriali. Le aule magne sono sempre piene. Dopo ogni liceo che ho visitato, ho ricevuto sempre 30/40 email di rappresentanti di altri istituti che mi chiamano a parlare. Abbiamo fondato l’associazione “NBA - No Bullying Area”, per la prevenzione di qualsiasi forma di bullismo e prevaricazione giovanile».
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In tv non va?
«Al momento no. Devo ammettere che la tv è distante dal mondo giovanile. Meglio le scuole».
I suoi video non si trovano su piattaforme gratuite tipo Pornhub, ma solo sul suo sito ed è tutto a pagamento. Ci spiega perché non è solo attore ma anche imprenditore?
«Non ho la fisicità usuale del pornoattore, allora utilizzo anche le mie abilità nel marketing e nella pubblicità. Sono anche deejay. Ho proprietà immobiliari. Diversifico».
Il liceo scientifico e poi Economia e commercio, che ha lasciato prima della laurea, l’hanno aiutata in questo senso?
«No. Le cose non le ho imparate all’Università, che in Italia non giudico molto bene. A parte se vuoi fare determinati mestieri come il medico... Ho imparato quasi tutto dalla strada: anche un senzatetto può insegnarti qualcosa, la rete di contatti che ho collezionato nella vita è meglio di una laurea in Economia».
Si definisce influencer?
«No. Ma spero di influenzare le persone. Non mi piacciono le etichette, non ho mai permesso a nessuno di rifilarmele fin da ragazzino quando mi chiamavano “finocchio”. Non mi tocca».
Perché il nome d’arte di Max Felicitas?
«All’inizio volevo nascondere il mio lavoro, facevo lo spogliarellista e il cubista. Mi facevo chiamare Max Spogliarellista, che come nome d’arte faceva parecchio schifo. Alla fine è diventato Max Felicitas. Massima felicità».
I genitori, padre fervente leghista, madre vicepreside, erano arrabbiati per il lavoro nel porno. Ora lo accettano?
«Nessun genitore può essere felice se un figlio usa così il proprio corpo, benché sia una cosa legale. Inutile negarlo. Ma come le dicevo faccio molte cose. Ora mia madre è contenta che parlo agli studenti di tutta Italia».
Tra dieci anni come si vede?
«Non faccio programmi a lungo termine. Ma direi felice e con una famiglia».