Affari Tuoi, il dottore rompe il silenzio: "Come decido l'offerta e il cambio pacco"
Il dottore di Affari Tuoi rompe il silenzio e lo fa in un'intervista a Fanpage in cui racconta tutte le sue strategie per il gioco dei pacchi che appassiona milioni di italiani tutte le sere. "Nel corso della partita, io so il contenuto del pacco del concorrente, ma ragiono come se non lo sapessi. Altrimenti il mio gioco sarebbe "sgamato": se offro poco, il pacchista ha poco, se offro tanto, il pacchista ha tanto. Ragiono sempre indipendentemente dal contenuto del pacco, perché non è tanto quello che hai che fa la vittoria, ma quello che succede durante la partita. Come diciamo con Amadeus, Affari Tuoi è una partita a scacchi, fatta di mosse strategiche, mie e del concorrente", spiega Pasquale Romano.
Poi svela il dietro le quinte: "La trattativa parte da me. Sulle scelte più importanti mi confronto con il produttore Rai. Per il resto, gli input che ricevo sono quelli per indirizzare le musiche. Perché un altro compito che ho dietro le quinte è quello di essere collegato con l’audio. Questo è un altro aspetto molto bello, perché Affari Tuoi ha una colonna sonora che corre parallelamente al gioco. Se la concorrente assomiglia all’attrice di Flashdance, ogni volta che apre il pacco mando la colonna sonora del film, se il concorrente ha un pascolo di mucche, mando le mucche in audio. Con Amadeus abbiamo introdotto le hit di Sanremo. Due vite di Marco Mengoni è diventata quasi la sigla finale, si sposa bene sia con un epilogo poco felice che esaltante".
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Infine ricorda con affetto il cognato, Alberto Castagna, il conduttore scomparso nel 2005: "Sono molto legato ad Alberto. Insegnavo filosofia, stavo iniziando un Dottorato a Urbino e, parallelamente, muovevo i primi passi nelle TV private a Salerno. In quel periodo morì mio padre e per me fu un evento anche simbolico, di passaggio della mia vita. Alberto, un po’ scherzando, ma forse poi davvero ci credeva, mi disse: “Non ti preoccupare, farai programmi con me”. Io lo presi quasi alla lettera e dissi: “Perché no!”. Ho cominciato con lui quasi per gioco, perché non sapevo se quella sarebbe stata la mia professione, poi ho visto che l’intrattenimento mi affascinava, il nazional popolare, la possibilità di togliere le sovrastrutture e, come dicevo prima, tornare al racconto".
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