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Francesca Reggiani, una "spettacolare" inedita versione di Elly Schlein

 Francesca Reggiani

Gigia Pizzulo
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L’imperativo è ridere. E con lei non se ne può fare a meno. La carrellata di personaggi a cui ci ha abituati racconta storie, affronta temi di scottante attualità per poi, come al solito, finire sul tema delle debolezze dell’essere umano. Caricature di uomini e donne che hanno ruoli diversi nel mondo, che riflettono o si atteggiano senza mai scadere nel banale. Lei è la straordinaria Francesca Reggiani che per la prima del suo nuovo show “Spettacolare (voce del verbo)”, in scena il 4 marzo al Teatro Manzoni di Milano, ha in serbo una grande sorpresa: farà conoscere al grande pubblico la sua inedita Elly Schlein. Ma non spiffera nulla, bisogna vederla.

“Spero che questo spettacolo piaccia – dice Francesca  - è uno sguardo ironico sulla realtà che noi tutti quanti viviamo.  Non c’entra niente con il libro, è uno show dove si parla dell’oggi”. Un one-woman show che vedrà calcare le scene anche alle sue rivisitazioni di Giorgia Meloni, Hilary Clinton, e chissà se proprio a loro toccherà affrontare i temi sulle coppie, quelle che implodono e quelle che si accontentano. Staremo a vedere del resto Francesca Reggiani non si riserva e di certo porterà sul palco racconti e personaggi dalla satira di costume a quella politica in un pout purri “spettacolare”.

 

 

Lo show scritto con Valter Lupo, Gianluca Giugliarelli, Enrica Accascina e Nicola Capogna è una pièce ironica che, di volta in volta, si arricchisce del bagaglio umano e riflessivo dell’attrice che fa del buonsenso l’ago di una bilancia che finisce sempre per pendere dal lato dell’assurdo, in un Paese nel quale “la vita reale lascia sempre più spazio a quella da reality” e “gli schermi dei televisori sono sempre più piatti perché dentro non c’è niente”. L’ambientazione si snoda attraverso folgoranti monologhi, stand up e rapide incursioni di personaggi dello spettacolo e dell’informazione parodiati dalla stessa Reggiani, nuovi “maîtres à penser” di una società mediatica svuotata di senso e di valori. Schietta, divertente, ironica, pungente ma mai offensiva, spumeggiante vulcanica dissacratrice della contingenza, fa divertire anche le star che imita. “Sero di aver fatto un discreto lavoro, grazie anche al supporto di cinque autori di cui due molto giovani – conclude - L’idea era quella di spettacolarizzare, far divertire. La gente ha bisogno di ridere”.  

 

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