Geolier stroncato dall'Ariston? Il Pd delira: la sparata dei parlamentari
L’ultimo casino- fino a prova contraria - di Sanremo 2024 ha il volto pacioccone di Geolier, giovane cantante napoletano che può piacere o non piacere ma, di sicuro, “spacca” (nel senso di “spacca i maroni”, “divide le opinioni”, ma anche “ha enorme successo”). Venerdì costui stravince la serata delle cover cantando un medley con Guè, Luche’ e Gigi d’Alessio e la gente si incazza.
In sala stampa il brusio è forte, nell’Ariston i fischi sono assordanti e, addirittura, c’è chi si leva dalle balle al grido di “doveva vincere Angelina!”. Angelina di cognome fa Mango e, in effetti la sua cover è stata di gran lunga la più toccante. Altre hanno lasciato il segno (da Mahmood ad Annalisa), tutte ritenute da chi ha udito decente migliori rispetto a quella di Geolier.
Solo che lui, il rapper, ha una fan base devastante, clamorosamente affettuosa e televotante. E, infatti, la vittoria è stata netta, al punto che il sospetto si è fatto strada nelle menti di tutti noi: “Il sistema di voto nella serata delle cover è sbagliato, bisognerebbe lasciar votare gli orchestrali, Geolier avrebbe trionfato anche se fosse rimasto in silenzio e questo è paradossale”. Tutto giusto.
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All’indomani delle pernacchie Amadeus ha chiarito: «Non mi piacciono i fischi agli artisti, soprattutto non mi piacciono quelli che abbandonano i posti in sala». Concetto ribadito ieri dopo che a inizio serata, apparsa la classifica che dava Geolier in testa, di fischi ne sono piovuti ancora.
Torniamo all’altra sera. L’artista c’è rimasto male: «Uno dei momenti più brutti della mia carriera». Sui social è divampato il classico delirio, trasformato in battaglia campanilistica tra napoletani e non napoletani (con accuse e insulti indecenti pubblicati qua e là), altri hanno buttato sul piatto le tipiche ipotesi di complotto (“Sono certo che i voti siano pilotati!”), i più saggi si sono fatti delle domande: “Ma se costui è primo in tutte le classifiche non sarà che banalmente i giovani apprezzano e noialtri matusa non capiamo?”.
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Tutto corretto, in fondo viviamo nell’era “Mare Fuori” ed è possibile che anche tuo nipote nato e cresciuto a Bergamo Alta si metta a parlare in dialetto campano. Ma questi son ragionamenti sempliciotti, non come quelli di lor signori, i nostri politici che non hanno perso occasione per inzuppare il biscotto nella tazza delle polemiche. Stefano Graziano, capogruppo del Pd in commissione Vigilanza Rai: «Noi gente del sud non fischiamo mai né un artista né uno sportivo del nord, né di un altro paese. Forza Geolier, sei tutti noi!». Parole come pietre. Così l’ex sindaco di Napoli de Magistris: «Geolier ha vinto attraverso il voto.
Punto. La sua musica può piacere o non piacere, ma i fischi e l’uscita di una parte del pubblico sono vergognosi. Si deve comunque portare rispetto e ammirazione per un ragazzo che con innegabile talento, dalla periferia di Napoli, si è affermato con una forza senza precedenti. Dal pubblico un rigurgito antinapoletano che sarà puntualmente rispedito al mittente». E vabbè. Immancabile, Saviano: «Geolier è stato molto votato? E quale sarebbe il problema? State forse pensando al complotto dei napoletani? Eddai, vi siete presi tutto quello che potevate, con il criterio della spesa storica avete di fatto reso impossibile ogni crescita e miglioramento al Sud. Con l’autonomia differenziata si realizzerà, per legge, la rimozione della Questione meridionale e rompete le scatole a Geolier? Ma truateve na fatica, perché quella che avete vi lascia troppo tempo libero da sprecare in fesserie».
E ancora: «La Rai di governo ha cercato di rendere Sanremo il più sterile possibile e invece l’arte è arte, e ha saputo trovare la via per mostrare il Paese, quello vero». Savianata in purezza. Dopodiché è giusto alimentare il dibattito: è sbagliato criticare un artista in nome del nostro buono o cattivo gusto o è legittimo che chi paga un biglietto si possa esprimere anche a costo di mortificare il cantante di turno? A voi la scelta.