Sanremo 2024, Ricchi e Poveri insultati? "Riscatto di Dio": la feroce difesa dopo il fango
Sanremo non è ancora iniziato, ma i Ricchi e Poveri sono già tra gli artisti più criticati della kermesse. I giornalisti che hanno potuto ascoltare per primi i brani in gara quest'anno non hanno risparmiato stoccate al duo, la cui canzone a quanto pare non sarebbe stata apprezzata granché. C'è chi li ha definiti "ridicoli", chi ha parlato di una "quota retro cringe". Parole che hanno fatto saltare dalla sedia diversi personaggi dello spettacolo, Fiorello in primis, che si è subito schierato con i Ricchi e Poveri durante il suo Viva Rai 2: "Ho letto diversi commenti che non mi sono piaciuti, ci vuole rispetto per chi ha fatto la storia della musica italiana".
Lo showman siciliano, però, non è stato l'unico a correre in difesa del duo. Anche Mario Campanella sul Secolo d'Italia scrive di non aver digerito i commenti sul loro conto, parlando di "giudizi che non tengono conto della tradizione musicale italiana dove i Ricchi e Poveri hanno rappresentato gli Abba nostrani, scoperti e lanciati da un grande come Franco Califano". "Ventidue milioni di dischi venduti solo in Italia (secondo gruppo in assoluto dietro i Pooh) - sottolinea il giornalista - una grande popolarità all’estero, soprattutto nei Paesi dell’est, l’espressione di quella cultura nazionalpopolare che per la sinistra è sempre sintomo di stupidità. Lo era per Totò Cutugno, ma prima ancora, nella critica anni sessanta, per fare un paragone letterario e cinematografico, addirittura per Totò e Giovanni Guareschi. Ciò che non esprime lotta e scontro sociale è una canzonetta".
"No, non mi è piaciuto". fango contro i Ricchi e Poveri, si scatena Fiorello: parole pesanti
Non è la prima volta, dunque, che artisti di questo calibro finiscono nel tritacarne mediatico. Il Secolo d'Italia ricorda a tal proposito "Luigi Tenco, riabilitato nella sua grandezza come Totò solo dopo la morte", che "fu subissato di critiche feroci per 'Ciao, amore ciao', ultima sua tragica esibizione". Infine Campanella scrive: "Seppure non scriveranno mai 'Yesterday' o 'Whish you were here', il loro 'Sarà perché ti amo' riecheggia nelle varie traduzioni in tutti gli stadi del mondo, dal Bernabei all’Allianz di Berlino. Riscatto di popolo, riscatto di Dio".