Paola Cortellesi, Biancaneve e le sette nane
Paola Cortellesi è un’attrice e una regista che recentemente è stata messa sull’altare e se la sfiori con una critica ti levano la pelle. Perciò starò attenta. Cortellesi mercoledì è stata alla Luiss, a Milano, a inaugurare l’anno accademico. Una volta ci andavano i professoroni, gli scienziati: i tempi cambiano, nella società spettacolo è meglio un attore (o una attora) di un rettore (o di una rettora).
Cortellesi ha tenuto una lectio magistralis affrontando uno dei temi filosofici più dibattuti: Biancaneve. Ha detto che è una favola da buttare perché antifemminista. Biancaneve fa la cameriera ai sette nani (maschi: neanche una nana), mangia stupidamente una mela avvelenata e viene salvata da un maschio, e se non c’era il maschio era spacciata. Soprattutto è stata salvata perché fortunatamente non è una racchia sennò col cavolo che il Principe l’avrebbe baciata. Ohibò queste donne belle. Di che stiamo parlando? Di patriarcato! Ha avuto successo, Cortellesi, soprattutto per l’originalità della lezione. E per l’utilità. Una svolta nella storia della pedagogia. Cortellesi ha già annunciato che il prossimo anno farà le bucce alla “Carica dei 101”. Che proporrà sia chiamata “carica delle centoune”. E chiederà che Crudelia De Mondiventi buona (Dolce Angelòn) e Rudy il musicista diventi un perfido maschilista.