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Ferragni altri guai in arrivo: chiedono conto del cachet di Sanremo

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Daniela Mastromattei
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Domani, giorno cruciale. Mentre la Procura di Milano attende il deposito di una prima informativa della Guardia di Finanza sul caso Chiara Ferragni-pandoro Balocco, è probabile che le indagini che riguardano la influencer si allarghino a tutti i contratti in cui compare la parola beneficenza. Oltre al dolce natalizio e alle uova di Pasqua, dovrebbero essere effettuati approfondimenti pure sulla bambola Trudi. Non solo. Saranno al vaglio tutte le attività dell’imprenditrice virtuale postate sui social con lo scopo di donare fondi a sostegno di onlus, ospedali, bambini e donne in difficoltà... Tra queste, appunto, la vendita della bambola dagli occhioni azzurri e lo sguardo sognante, limited edition, creata dopo il matrimonio con Fedez il cui ricavato doveva essere devoluto all’associazione Stomp Out Bullying impegnata nella lotta al cyberbullismo.

Anche se su Trudi la Tbs crew Srl, società controllata dalla Ferragni, ha già precisato che «i ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola avvenute tramite l’e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate da Tbs al provider esterno che gestiva la piattaforma e -commerce, sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019», puntualizzando però che l’impegno ha riguardato «esclusivamente le vendite delle bambole fatte sul canale e-commerce diretto e non anche su altri canali gestiti da terzi». Questi erano gli accordi. Sarà certamente approfondito pure il cachet della Rai alla fashion blogger per consentirle dal palco di Sanremo di propinarci il pistolotto su come lei ce l’abbia fatta. Andrà verificato che sia stato effettivamente donato alla rete nazionale antiviolenza (D.i.Re.). Non dimentichiamo che il modello Ferragni è stato osannato da quella sinistra che ora sta zitta.

 

E mentre il Codacons «approva la legge “anti-Ferragni” allo studio del governo per fissare limiti alle iniziative di beneficenza, garantire trasparenza ai cittadini che donano i propri soldi e separare la solidarietà da attività commerciali a scopo di lucro», la moglie di Fedez continua a perdere follower e aziende. Dopo i colossi Safilo e Coca-Cola, sta pensando di stracciare il contratto con la Ferragni anche Monnalisa, marchio di abbigliamento per bimbini. Questo è un Paese che non dimentica. E forse neanche perdona se si sente preso in giro. Difficile assolvere la donna e mamma che dall’alto della sua casa da 820 metri quadrati con 150 di cabina armadio, che il marito ha ribattezzato “La Rinascente di Chiara”, si giustifica in lacrime, vestita di grigio-disperazione in un video tirando in ballo l’errore di comunicazione. Forse aveva ragione Umberto Eco quando diceva che «i social hanno dato la parola a una marea di imbecilli». 

 

 

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