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Chiara Ferragni, l'inarrestabile declino del marchio

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Daniela Mastromattei
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C’è chi le consiglia una lunga vacanza e chi di sparire del tutto dai social. Ovviamente lei, Chiara Ferragni, non dà retta a nessuno e dopo una breve assenza torna a mostrarsi nella sua solita cornice familiare, sorridente con madre e figlia a spasso per Milano, al cinema con Leone e Vittoria, abbracciata al cane sul divano di casa, nella speranza che i più dimentichino in fretta la sua caduta di stile, per usare un eufemismo. Tuttavia a metterle i bastoni tra le ruote ci pensano i colossi che finora le hanno permesso di arricchirsi, qualcuno, come Tod’s, le ha persino consentito di sedere nel consiglio di amministrazione. E, dunque, dopo Safilo, anche Coca Cola fa un passo indietro. Il marchio dalla ricetta segreta ha fermato lo spot con la Ferragni che sarebbe dovuto andare in onda a partire dalla fine di gennaio, poco prima dell’inizio del prossimo Festival di Sanremo.

Periodo non casuale, dato che l’imprenditrice digitale lo scorso anno era stata tra i protagonisti della manifestazione, scelta da Amadeus come co-conduttrice per la prima e l’ultima serata. «Abbiamo lavorato con Chiara in Italia nel 2023, anche per alcune riprese tenutesi lo scorso dicembre. Al momento non prevediamo di usare questi contenuti», è il laconico comunicato dell’azienda americana che si sfila dall’accordo, temendo evidentemente che la bufera nella quale si è ritrovata l’influencer possa avere ripercussioni negative. Pesa come un macigno il Balocco-gate e di conseguenza la decisione dell’Antitrust dello scorso 14 dicembre, quando ha sanzionato Balocco per 420mila euro e le aziende della Ferragni, Fenice (400 mila euro) e Tbs Crew (675 mila euro) «per pratiche commerciali scorrette», in quanto la pubblicità faceva intendere al consumatore che i proventi delle vendite dei pandori, con prezzi maggiorati, andassero in beneficenza. E contribuito a una donazione in favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino. Il caso ha dato il via a una serie di eventi a catena. Primo tra tutti l’apertura di un fascicolo nelle Procure di Trento, Cuneo, Prato e Milano. Non si esclude possa scattare un’inchiesta per frode in commercio.


TRASPARENZA
Il punto è che pubblicità e beneficenza avrebbero bisogno di un intervento legislativo. La stessa premier Giorgia Meloni lo ha fatto chiaramente capire l’altro ieri durante la conferenza stampa: «Bisogna capire quali sono le regole ed eventualmente immaginarne di migliori». E concluso: «Ha più valore chi produce un pandoro di chi lo griffa, ha più valore chi produce le eccellenze italiane che chi le mostra». L’unico a non accorgersene è quel piccolo grande mondo social in balia dell’effimero e del consumismo smodato. La notizia dello stop della Coca Cola è stata accolta con grande soddisfazione dal Codacons, che adesso spinge sull’acceleratore. «Ora tutte le altre aziende che hanno contratti di sponsorizzazione con influencer famosi devono adottare analoghe misure o scatteranno inevitabili provvedimenti da parte dei consumatori. Stiamo studiando la possibilità di un boicottaggio internazionale dei loro prodotti», scrive l’associazione dei consumatori. Sono settimane di caos in casa Ferragni, come già detto la Safilo era stata la prima azienda a ritirarsi lo scorso 21 dicembre, comunicando l’interruzione dell’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni eyewear a marchio Chiara Ferragni per «violazione di impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio». Problemi anche per la Fenice Srl, la società licenziante dei brand dell’influencer, finita nel mirino per ritardi nelle consegne dei prodotto dei suoi marchi acquistati online.

Ma non è tutto. Nel primo giorno di saldi invernali, nel negozio milanese della moglie di Fedez, a due passi da corso Como e piazza Gae Aulenti, nonostante l’influencer sia riapparsa su Instagram, rompendo il silenzio che durava da prima delle feste, i suoi follower non sembrano interessati ai top rosa confetto o alle borsette di strass scontati fino a metà prezzo, che fanno capolino dietro la vetrina sulla quale campeggia ancora la scritta natalizia “Make a wish, make a gift”, esprimi un desiderio, fai un regalo. Il negozio è vuoto. All’interno solamente due commesse, vestite in total look Chiara Ferragni, che si muovono un po’ annoiate tra gli scaffali dorati.

IN BOUTIQUE
All’esterno qualcuno si ferma sulla soglia dello store, dà un’occhiata ai prezzi, sbircia oltre il vetro e poi va oltre. Tra le persone che passeggiano c'è chi si ferma, indica il negozio e accenna un sorriso beffardo. «Mamma, guarda, Chiara Ferragni!» grida con insistenza una bambina con stivali da pioggia rosa, mai genitori tirano dritto. Una famiglia di Forlì, madre, padre e figlia, a caccia di buone offerte, passa davanti allo store curiosa, e poi se ne va scuotendo la testa. «...ormai è caduta in declino, poverina - dice la madre - non abbiamo niente del suo brand e penso che non compreremo mai qualcosa. Stavo guardando una valigia rosa per mia figlia che andrà a Londra ma non penso la prenderò». Intanto migliaia di follower hanno scelto di non seguire più la donna più chiacchierata del momento, a cui basta una foto e un clic per arricchirsi. Altri fan probabilmente sono ancora in vacanza (soprattutto con il cervello). 

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