Brigitte Bardot: "Non morirò musulmana"
«Un tempo avrei detto che non volevo vivere in una Francia islamizzata. Oggi dico che non voglio morire in una Francia islamizzata!». È Brigitte Bardot, la diva più luminosa del cinema francese, icona assoluta della bellezza al femminile, a lanciare un grido d’allarme dalle pagine del settimanale Valeurs Actuelles. Ne ha per tutti BB, in quest’epoca di moralismi e correttismi, di crociate puritane e processi sommari, lei che è stata il simbolo della joie de vivre e della spensieratezza: dall’islam al wokismo, da Macron a papa Francesco, fino alle neofemministe e a tutti coloro che stanno contribuendo alla decostruzione della Francia, al suo degrado. «Siamo in piena decadenza, stiamo perdendo tutte le nostre conquiste a favore di un quotidianità squallida, mediocre e pericolosa per la reputazione del nostro bel Paese», dice Bardot, in riferimento, in particolare, ai fatti di cronaca nera che hanno visto un professore di lettere di un liceo di Arras sgozzato da uno studente radicalizzato e un turista tedesco in vacanza ucciso davanti agli occhi della moglie. «Gli assassini sono spesso di origine islamica e lo rivendicano! In gran parte, sono purtroppo dei français de papier (immigrati che di francese hanno solo il documento, ndr) e spesso degli psicopatici.
Dovremmo fare un esame psichiatrico a tutti i migranti che entrano prima di concedere loro il diritto d’asilo e la nazionalità francese», afferma l’attrice, secondo cui il problema «è l’islam in generale, l’invasione islamista, che sono spaventosamente pericolosi per l’identità e la cultura francesi». «È abominevole per gli animali, per gli Di cultura e confessione cattolica, e fiera di esserlo, ha fatto costruire all’interno della sua residenza, la Garrigue, una piccola cappella, «decorata con tutte le cose belle che le persone mi hanno inviato, che ho trovato a Roma o appartenevano ai miei genitori. È il mio santuario di pace e di meditazione», racconta la Bardot. Dinanzi alle operazioni di scristianizzazione portate avanti da numerosi sindaci di sinistra in questo periodo natalizio, con presepi rimossi e addobbi in salsa wokista, l’étoile del cinema francese commenta con queste parole: «È un’altra novità uscita dal cervello malato dei nostri contemporanei che sporcano tutto ciò che è bello, puro, vero, per modernizzare e globalizzare i valori ancestrali e tradizionali. Il wokismo è una moda ridicola. Non accetto che il sublime venga infangato e ridicolizzato».
Del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, non ha mai avuto una buona opinione. E lo ha ribadito nell’intervista a Valeurs Actuelles. «Macron è incapace in qualsiasi cosa che riguarda la Francia, verso il suo popolo e i suoi animali (...). Il suo bilancio è pessimo su tutto. Se solo Macron avesse un po’ di empatia, di senso dell’umanità, di rispetto per la vita e per i suoi concittadini. I francesi stanno attraversando un periodo terribile, i pensionati non hanno più un soldo, le persone non sanno dove dormire, e lui offre una valanga di soldi agli immigrati, è scandaloso. È sconnesso dalla realtà, pensa soltanto all’Europa e della Francia se ne frega», attacca l’attrice. Su papa Francesco, la Bardot è ancora più severa, lei che vorrebbe «iscrivere nella Costituzione» le radici cristiane, e che considera San Francesco d’Assisi il suo faro, la sua guida. «Non lo posso vedere. Fa molto male alla Chiesa. Io adoravo Giovanni Paolo II, mi ricordo del nostro bell’incontro, unico, molto caloroso, lui non era affatto un politico. Non incontrerò mai l’attuale papa», assicura BB, dicendo che Francesco ha «un lato infernale», che sembra il «rappresentante del diavolo». «Non si occupa dei cristiani d’Oriente e non ne parla mai. Quando ho saputo che si sarebbe chiamato Francesco, mi sono detta piena di speranza: se ha scelto questo nome, è perché ama gli animali. Gli ho inviato una lettera per congratularmi e ringraziarlo per aver scelto quel nome in onore di San Francesco d’Assisi. Speravo finalmente che avrebbe fatto qualcosa in più per migliorare la sorte degli animali nel mondo, ma non mi ha mai risposto. Gli ho inviato un’altra lettera, e mi ha fatto rispondere da un suo servitore, che mi ringraziava, e bla bla. Trovo dunque che in più sia ungg molto maleducato», ha a to la diva francese.
CONTRO LE FEMMINISTE
Come ha detto a ragione Giampiero Mughini, il principe dei bardottomani italiani, «ha fatto più lei per la liberazione e l’emancipazione delle donne che non tutti i convegni più o meno stucchevoli delle femministe in carriera di questi ultimi trent’anni». E lo ha fatto in un periodo in cui le libertà, per una donna, erano tutte da conquistare. La sua irruzione sulla scena, con la sua aria di sfida, la sua allegra impudicizia, il suo atteggiamento disinibito, demolì l’immagine della donna che esisteva fino ai primi anni Cinquanta. «Sono contro tutte le militanti femministe. La loro battaglia è ridicola e non serve a nulla. Io sono mascolinista», dice oggi BB. Che si definisce «di destra» e ritiene che, nonostante le numerose difficoltà che attanagliano la Francia, non tutto è perduto. «La Francia per ora è fottuta, ma può rinascere dalle sue ceneri». Come? Con l’unione delle destre, del Rassemblement national del giovane Jordan Bardella, di Reconquête dell’ex giornalista del Figaro Éric Zemmour, e dei Républicains del leader liberale in ascesa David Lisnard. «Sono tutti formidabili, ma cosa aspettano a fare un’unione delle destre finalmente potente, capace di rimettere la Francia sui binari? Separatamente, non riusciranno a fare nulla».