Gino Paoli, Giorgia Meloni? "Una tosta, sono contento che ci sia lei a Palazzo Chigi"
Non te lo saresti mai aspettato da uno come Gino Paoli ma è proprio lui, il cantautore genovese, a confessare in una intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, che Giorgia Meloni è una tosta e che dei partigiani ha ben poca stima. Nella sua vita infatti c'è stato anche spazio alla violenza, "quella è il retaggio della guerra. La mia maestra, accusata di collaborazionismo, fu ammazzata dai partigiani, dopo essere stata rasata e condotta nuda per strada, tra due ali di folla che le sputava addosso".
Inoltre, i partigiani che liberarono Genova, precisa Gino Paoli, "entrarono" nella città "dopo che i tedeschi se n’erano andati, senza eseguire l’ordine di Hitler di distruggere la città e il porto. Il comandante della guarnigione e l’arcivescovo Boetto, entrambi massoni, si accordarono per evitare una strage”.
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Ma Paoli non era comunista? "Sono convinto che i beni dell’intelletto e della natura vadano messi in comune. Ma il comunismo doveva essere una tappa verso la libertà, l’anarchia. Anarchie avec une A grande comme amour, diceva Léo Ferré".
Quindi prosegue parlando di Giorgia Meloni. "È una piccola, dura, tosta. Sono contento che ci sia una donna a Palazzo Chigi. Dovremmo eleggerne di più". Perché? "Perché sono più intelligenti. Vale anche per i cani, sa? Io ho solo femmine: Nana, una bulldog; Lula, una labrador; Leila, una lupa cecoslovacca”. E a sinistra chi le piace? “La Schlein è un mistero: non conosco la sua storia, non capisco come guida il partito. Trovo interessante Greta Thunberg. La barca affonda, e a bordo ci siamo tutti”. Grillo? "È un amico. Come Antonio Ricci e Renzo Piano. E gli amici non si giudicano. È un idealista che voleva davvero fare qualcosa per il Paese; come l’abbia fatto, è un altro discorso".
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