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Prima della Scala, chi è Marco Vizzardelli: "Perché ho urlato Italia antifascista"
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Marco Vizzardelli, 65 anni, è il loggionista che ieri dopo l'inno di Mameli ha urlato "viva l'Italia antifascista". Un gesto che ha fatto parecchio discutere e che ha creato non poche polemiche. Ora a LaPresse racconta cosa è successo e il motivo di quell'urlo che ha scatenato parecchie reazioni: "Me lo sono sentito dentro. Direi che lo rifarei, senza dubbio". E ancroa: "Durante il primo atto - racconta a LaPresse - sono stato avvicinato da un agente in borghese. Era buio, mi sono girato e sono trasalito un attimo, mi ha detto di stare tranquillo. Finito il primo atto, mi ha chiesto le generalità tirando fuori il distintivo. Io ho detto: "Scusi, ma perché? E me ne sono andato".
Sono arrivati in quattro durante l'intervallo: "Siamo della Digos e vorremmo le sue generalità". E io: mi sembra un po´ strano. Loro mi hanno risposto: purtroppo, se gliele chiediamo, è tenuto a darcele. Io l'ho buttata in ridere e ho detto: se avessi detto viva l'Italia fascista giustamente mi avreste legato e portato via. A questo punto si sono messi a ridere e poi hanno detto: siamo perfettamente d'accordo con lei, ma abbiamo dovuto chiederle le generalità. Ed è finita lì, ma intanto era successo". Poi spiega i motivi del suo gesto: "Perché l'ho fatto? Proprio molto spontaneamente, un segnale mio che mi sono sentito dentro di dire davanti a queste persone: "Viva l'Italia antifascista". Basta, tutto qui. Me lo sono sentito dentro. Direi che lo rifarei, senza dubbio. Qualcuna delle reazioni me lo conferma".
E sul commento irritato di Salvini che giustamente ha sottolineato che il teatro della Scala non è certo il posto per urlare, Vizzardelli afferma: "Che onore! Sono un po' sbalordito che abbia una risonanza mediatica una frase lapalissiana. Siamo in un Paese antifascista, la frase è costituzionale".
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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