Prima alla Scala, Ornella Vanoni: "Basta che non ci sia lui", gelo nel foyer
Tutti gli occhi sono per Liliana Segre, ma a dar spettacolo alla Prima alla Scala è anche Ornella Vanoni. In occasione del debutto della stagione della lirica milanese con il Don Carlo di Giuseppe Verdi diretto dal maestro Riccardo Chailly, la senatrice a vita è l'ospite d'onore nel palco reale, accanto al presidente del Senato Ignazio La Russa e il sindaco Beppe Sala.
Una soluzione arrivata dopo ore di surreali polemiche, con Sala che voleva farla sedere in platea per non stare seduto accanto ai rappresentanti del governo e delle istituzioni nazionali. Alla fine proprio La Russa, offrendosi di sedere in platea, ha trovato la mediazione più ovvia. Risultato: applausi dal pubblico in piedi per la Segre e clima molto più sereno di quanto non si pensasse alla vigilia, con un paio di urli isolati, "viva l'Italia anti-fascista" e "No al fascismo" a rappresentare la sola "contestazione".
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E la Vanoni? La novantenne gloria della musica italiana e milanese, ex musa di Giorgio Strehler, è apparsa da gran diva nel foyer del Piermarini e ha rilasciato poche, significative battute: "L'opera lirica rappresenta Milano e Milano è un'eccellenza nel mondo e rappresenta la musica italiana nel mondo". E fin qui, nulla di eclatante. Poi la battuta fulminante, come suo solito: "Basta che non si rappresenti Richard Wagner, tutto il resto va bene".
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Dal canto suo, anche la Segre si è tenuta ben lontano dalla politica preferendo parlare di lirica e opera: "Io sono un'abbonata della Scala. Sono un'amante della musica da tutta la vita. Ho cominciato in loggione".La Vanoni, accompagnata da Concita De Gregorio e dall'artista Francesco Vezzoli, ha salutato affettuosamente proprio la Segre fermandosi a parlare brevemente con lei.
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