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Mauro Repetto cambia la storia degli 883: "Perché non ho firmato Gli anni"

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Gli 883, ovvero Max Pezzali e Mauro Repetto. Quest'ultimo è sempre stato considerato il "ballerino" della storica band, infatti ballava, eccome se ballava, al fianco di Max Pezzali, il quale ci ha sempre messo la voce. Ma Repetto era ben di più: era infatti la mente degli 883.

Poi, la fuga negli Stati Uniti, sulle tracce di una modella che non avrebbe mai incontrato. Una vita particolare, quella di Mauro Repetto, che poi è tornato in Italia, in Europa, lavorando a Disnelyand a Parigi. Poi un libro, Non ho ucciso l'uomo ragno, edito da Mondadori, in cui racconta la sua versione dei fatti, sciorina aneddoti e smentisce leggende.

Tra le curiosità, una riguarda Gli Anni, "l'ultima canzone che scrivemmo assieme io e Max Pezzali, è proprio il triplice fischio finale", ammette. E ancora: "Stessa storia, stesso posto, stesso bar, mi rendo conto che la canzone è bellissima, ma io non voglio né la stessa storia, né lo stesso posto, né lo stesso bar, pur rendendomi conto che una canzone mitica e che mi piace di brutto. Io voglio andarmene via, voglio andare alla settimana della moda, voglio conoscere una donna che per me è la più bella del mondo, in quel momento", aggiunge. Ed è per questo che Repetto ha scelto di non firmarla, quella canzone.

Sulla questione, aggiunge: "Stavo bene con Max, stavo bene a Pavia, stavo bene con i miei genitori – perché all'epoca vivevamo ancora coi nostri genitori -, ma ho questo tappo che voglio far esplodere e Gli anni segnano, non la claustrofobia, ma la decisione finale irreversibile: devo andarmene via perché voglio un'altra storia, un altro posto e un altro bar a New York, Los Angeles, a Miami, sull'Ocean Drive e ci vado". E proprio per questo "la mia onestà intellettuale mi porta ad andare via senza firmare questa canzone, perché anche se chiaramente è l'ultima che abbiamo fatto assieme ma non mi appartiene, è un altro film, io voglio diametralmente un'altra direzione, anche se mi rendo conto che è una canzone bellissima", ribadisce e conclude Mauro Repetto.

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