Manuela Ferrera, l'olgettina che paga per tutte: sfrattata dai Berlusconi
Manuela Ferrera, ex meteorina, amica del Cavaliere, è stata "sfrattata" dalla famiglia Berlusconi ed entro la fine di quest'anno dovrà lasciare l'alloggio in zona Bande Nere-Primaticcio, a Milano, dove ha vissuto fino ad adesso grazie ad un contratto in comodato d'uso gratuito che le aveva fatto il fondatore di Forza Italia.
La Ferrera, a differenza di Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, al momento avrebbe "accettato" la decisione dei figli di Silvio e non avrebbe intenzione di rivolgersi agli avvocati per restare in quella casa.
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Con la morte, lo scorso giugno, di Silvio Berlusconi, la famiglia ha detto stop ai versamenti mensili e alle case in comodato d’uso per le venti ragazze che partecipavano alle serate di Arcore. L'assegno di 2.500 euro, che per il leader di Forza Italia era un risarcimento per i danni di immagine patiti dalle giovani coinvolte nei processi Ruby, non verrà più corrisposto alle Olgettine - Barbara Guerra, le gemelle De Vivo, Francesca Cipriani, Alessandra Sorcinelli tra le altre - che animavano le cene eleganti a Villa San Martino. I pagamenti sono già stati sospesi, mentre il contratto in comodato d’uso di chi ha usufruito per anni di un’abitazione si estinguerà a fine anno.
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Sono invece pronte ad andare in tribunale Guerra e Sorcinelli, anch'esse cacciate dalle ville gemelle firmate Mario Botta a Bernareggio, in Brianza. Le due donne se non si arriverà a una conciliazione faranno causa agli eredi, considerato che entrambe, hanno registrazioni audio "rubate" al Cavaliere che vanno a loro favore. Non c'è però nulla di scritto tanto che l'avvocato Federico Sinicato, che assiste Barbara Guerra, afferma che "il tema giuridico è complesso" non essendoci alcun documento. Ma "se non ci fosse un riconoscimento che noi riteniamo meritevole, agiremo in sede civile" per ottenere la proprietà della casa e "qualcosa d'altro" che non ha voluto specificare. Da parte sua Alessandra Sorcinelli, con l'avvocato Luigi Liguori, punterà invece, non alla casa ma a "un risarcimento" per il "danno" subito alla sua reputazione per il caso Ruby.