Walter Veltroni vuole rovinare anche Lucio Dalla
Innamorarsi di Lucio Dalla è stato facile. Anzi, facilissimo, per chi ha qualche capello bianco. Ma anche oggi che l’artista non c’è più, i giovani sentono proprie le sue canzoni. E le cantano ancora. Una storia d’amore, quella fra il pubblico e l’autore di Futura, durata dall’inizio alla fine, senza interruzioni. Difficile da raccontare, vista la sua intensità. Figuriamoci da mettere in scena, con un racconto per immagini. Chiunque lo abbia fatto, anche solo per reinterpretare le canzoni di Lucio, lo ha fatto in punta di piedi, come una ballerina di danza classica.
A tentare un’operazione che metta insieme tutto ciò, passione e sentimento, storia e documento, arriva il solito Walter Veltroni- sì proprio lui, quello di Quando c’era Berlinguer o La scoperta dell’alba, senza scordare il dimenticabile ultimo lungometraggio Quando - scodellando un docu-film incentrato sul ritrovamento delle riprese integrali del concerto tenuto da Dalla al Village Gate di New York nel 1986, dedicato a Enrico Caruso. Il lungometraggio DallAmeriCaruso arriva in sala il 20, 21 e 22 novembre e vuole essere un omaggio all’artista in occasione degli 80 anni dalla sua nascita. La pellicola di Veltroni porta sul grande schermo le riprese integrali del concerto di Dalla al Village Gate di New York, a cura di Ambrogio Lo Giudice, tour producer Pressing Line, andate quasi interamente perdute e ora ritrovate, restaurate e rimasterizzate in Dolby Atmos.
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Oltre a far rivivere la musica di quella notte a New York, Walter racconta la nascita di Caruso, brano composto a Sorrento e pubblicato 37 anni fa, il 10 ottobre 1986, tra i più conosciuti e amati non solo della carriera di Dalla, ma dell’intera storia della musica italiana. Diciamo la verità, stavolta sbagliare è materialmente impossibile. E semmai dovesse accadere significa che Veltroni ha davvero il tocco magico. Al contrario, però. Perché prendere Lucio Dalla, colui che ha stregato un’intera generazione mettendo in cielo la settimana luna, volando a Washignton, per atterrare a New York dove, nel 1986, l’artista bolognese si esibì al Village Gate, è un gioco facile, sin troppo. Ma voler raccontare un concerto epico e memorabile, come quello di New York, dedicato al tenore Enrico Caruso, potrebbe essere anche una sorta di sabbia mobile dove impantanarsi, o naufragare adirittura.
ATTENTI AL LUPO - Firmando la regia del prodotto, Veltroni si assume il rischio, scommettendo sull’oggetto più che sul soggetto. Del resto la poliedricità veltroniana è qualcosa di unico e inimitabile, essendo Walter passato dalla politica ai libri, mettendo dentro i film e le grandi articolesse sul Corriere della Sera. Una cifra stilistica, quella dell’ex sindaco di Roma ed ex segretario del Pd (solo per citare due dei tanti incarichi ricoperti), dove l’oggetto del racconto, spesso, è un pretesto per esaltare la capacità di Walter nell’entrare e uscire dai ruoli dei suoi copioni. Ruoli recitati senza mai andare troppo in profondità, o troppo in alto, ma restando sempre sulla linea di galleggiamento della facile emozione. L’equilibrismo del “ma anche”, applicato all’arte. Giocare con Dalla, insomma, non rappresenta solo la mozione degli affetti, materia della quale Veltroni è un maestro, ma è anche il tentativo per riannodare il filo del discorso, spezzato da tempo con un’intera generazione de’ sinistra, attaccata a quelle canzoni e ad una certa epoca. E quella sinistra, va detto, oggi non riesce a dialogare con i giovani dai tendini ai gretini.
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Dalla potrebbe essere il mastice adatto. L’importante è non sciupare l’occasione. Il concerto perduto riporta alla luce anche una storia d’amore a più strati: quella napoletana di Caruso e quella che lega Dalla a Napoli e Sorrento, ma anche all’America e al jazz (lui che era nato jazzista e si ritrovò a suonare nel tempio del Jazz internazionale di New York). Nel film ci sono gli oggetti e i pensieri di quell’estate, ripercorsi in compagnia della cantautrice rock e attrice, Angela Baraldi, di Gaetano Curreri e Ricky Portera degli Stadio, dei proprietari dell’Hotel Excelsior a Sorrento Guido Fiorentino e Lidia Fiorentino, dell’ex concierge Antonino Galano, del critico musicale Gino Castaldo, del regista Ambrogio Lo Giudice, dell’autore tv Nicola Sisto e di Paolo Glisenti, spettatore - come mostrano le immagini di repertorio- della serata del Village Gate. A completare il racconto le immagini private e inedite di Dalla e l’interpretazione struggente del pianista Danilo Rea.