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Toto Cutugno, Celentano: "Perché ho rifiutato L'Italiano, caz***a mondiale"
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Un no che ha cambiato per sempre la vita di Toto Cutugno, in positivo, e la storia della musica leggera italiana. A poche ore dalla sua morte, a 80 anni, tutti piangono Cutugno, l'autore de L'Italiano, quasi un inno-ombra giudicato dalla critica snob troppo "nazionalpopolare" (e dunque, sotto sotto, troppo "di destra") ma che ha garantito al cantautore l'immortalità artistica (oltre a favorire la vendita di oltre 100 milioni di dischi nel mondo, caso forse irripetibile per un cantante in lingua italiana). Il ricordo più emozionante però è forse quello di Adriano Celentano, il mito della nostra canzone e grande amico di Cutugno. L'italiano, Toto, l'aveva scritta proprio per lui ricevendo però un rifiuto.
"Ciao Toto!... - scrive sui social il Molleggiato - ricordo che eravamo in macchina... una Cinquecento credo, e tu insistevi perché io incidessi 'L'italiano'. Una superbomba appena ultimata la notte prima che ci vedessimo", ricorda Adriano. "'Non ho dormito tutta la notte' - mi dicesti - 'pensando al successo che faremo, tu come interprete, e io come autore', il brano era davvero Forte!!! Ma ciò che più di tutto mi frenava era proprio la frase più importante: 'Io sono un italiano vero'". Quella frase che, con il senno di poi, oltre a decretare il trionfo discografico di Cutugno ha anche contribuito ad attirargli le antipatie dei radical chic, dominanti nell'industria musicale e culturale italiana.
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"Una frase oltretutto insostituibile, in quanto è proprio su questa che si regge l'intera impalcatura di quella grande opera. E io sentirmi pronunciare: 'sono un italiano vero' mi sembrava di volermi innalzare. Lui non credeva alle sue orecchie: 'ma non capisci che è proprio questo il punto, io l'ho scritta pensando a te, perché tu sei davvero un italiano vero'. 'Si lo so' - gli dissi io - 'però non mi va di dirlo io…'". "Non sempre ma a volte la troppo scrupolosità si può trasformare in una caz***ta mondiale - ammette oggi Celentano -. Però nonostante tu l'abbia cantata come l'avrei cantata io, oggi, se la dovessi ricantare la canterei esattamente come l'hai cantata tu! Eri e rimarrai, un grande indimenticabile! Ti voglio bene. Adriano".
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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