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Toto Cutugno, la bomba di Ruggeri sulla sinistra: "Come lo umiliavano ai Dopofestival"

mercoledì 23 agosto 2023

2' di lettura

Poche righe, da Enrico Ruggeri, per riassumere il paradosso molto italiano di Toto Cutugno, morto martedì a 80 anni dopo una battaglia contro un tumore iniziata molti anni fa. Autore di alcune canzoni tra le più famose nella storia della nostra musica, da L'italiano a Solo noi, scritte per sé e per alcuni mitici colleghi (su tutti, Adriano Celentano), 15 volte protagonista al Festival di Sanremo, con una vittoria. Cento milioni di dischi vestiti nel mondo, uno status da rockstar intoccabile in Russia e nell'ex blocco sovietico, ma non solo. Eppure, nel suo Paese, snobbato, ignorato, svilito, addirittura insultato. Si va ben oltre il nemo propheta in patria. Qua, spiega Ruggeri sui social, centra piuttosto una certa impostazione politica della critica e dell'industria musicale nostrana, ovviamente di sinistra. 

Toto "è stato spesso sottovalutato dall’intelligencija radical-chic nostrana", scrive Ruggeri, anche lui per decenni ostracizzato perché tacciato di essere di destra, o comunque troppo di destra per entrare nei salotti buoni che decretano il trionfo critico di un artista. "Nel mondo molti grandi artisti incidevano le sue canzoni. Ma io non dimentico i Dopofestival nei quali certi giornalisti cercavano di umiliarlo, ricordo gli articoli e certe recensioni. In questo tempo di improvvisati è giusto ricordare chi faceva musica 'leggera' con classe, cuore e grande preparazione tecnica".

Il riferimento di Ruggeri è forse anche a un celebre episodio al Dopofestival del 2008, quando l'eminente firma del Corriere della Sera Mario Luzzato Fegiz attaccò Cutugno, allora in gara, per aver stonato: "Io sono 15 anni che vengo al Festival ma voi non cambiate mai, sempre a dire le stesse str***e, ma perché non andate in pensione?", rispose Cutugno. E quando Fegiz, polemicamente, fece riferimento ai soldi guadagnati in Russia Toto si alzò, gli si fece sotto e a muso duro replicò: "Vogliamo dire al pubblico quante volte mi hai chiesto di portarti con me in Russia?". 

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