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Stupro a Palermo, Ermal Meta: "Cosa auguro a voi 'cani'"

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"Lì in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi 'cani' auguro di finire sotto cento lupi in modo che capiate cos'è uno stupro #Loschifo": Ermal Meta lo ha scritto su Twitter, riferendosi ai sette ragazzi accusati di aver violentato una 19enne a Palermo. Il cantante poi ha aggiunto: "Di orribile c’è quello che hanno fatto, di orribile c’è il trauma che quella ragazza probabilmente si porterà dietro per molto tempo, di orribile c’è la madre di uno di loro che cerca di far passare per una poco di buono la vittima, di orribile c’è la mancanza totale di empatia, di orribile c’è filmarla, deriderla, lasciarla per strada come uno straccio e poi minacciarla, di orribile c’è la totale mancanza di umanità".

 

 

 

"Non è la collettività ad averli portati a compiere uno scempio del genere, ma una loro precisa e lucida scelta - ha scritto Ermal nel suo tweet -. Se l’educazione (compito della famiglia) non funziona prima, deve funzionare la punizione dopo, proprio per difendere la collettività che tanto ti sta a cuore". A chi lo ha criticato per le parole dure, l'artista ha risposto sempre su Twitter, scrivendo: "Esporsi non giova mai a nessuno, ma non riesco a non mettermi nei panni della vittima e a non sentirmi male per lei. Colpa mia. Voi che avete la verità in tasca continuate pure a illuminare il mondo".

 

 

 

Infine ha voluto fare una precisazione: "Conosco persone, donne, che da uno stupro non si sono riprese mai più. Che scattano in piedi appena sentono un rumore alle loro spalle, che non sono più riuscite nemmeno ad andare al mare e mettersi in costume da bagno come se non avessero nemmeno la pelle. Vogliamo salvare e recuperare un branco? Ok, sono d’accordo. Ma come salviamo una ragazza di 19 anni che d’ora in poi avrà paura di tutto? Perché la responsabilità sociale la sentiamo nei confronti dei carnefici e non in quelli della vittima?". E ancora: "Ovviamente siamo tutti garantisti finché la “bomba” non ci cade in casa". 

 

 

 

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