Deva Cassel, è nata una stella: così la figlia di Monica Bellucci ha fatto il botto
Al primo sguardo sembra di vedere un copia e incolla di Monica Bellucci. Ma basta soffermarsi un attimo per cogliere in Deva Cassel un profilo appena più spigoloso, come una piccola nota di maliziosa arroganza, quella di papà Vincent. E la usa senza timori, anzi un po’ la ostenta, nel film La bella estate (sui nostri schermi dal 24 agosto), che la regista Laura Luchetti ha tratto da un famoso racconto di Cesare Pavese, calcando la mano con una trasposizione a misura del nostro tempo: lo scrittore aveva voluto rappresentare tempi difficili (l’aveva scritta nel 1940), trasferendo nella storia di due ragazze il suo angoscioso male di vivere. La Luchetti adegua il soggetto allo scontato politicamente corretto dei nostri giorni: usa il disagio legato alla povertà e all’ignoranza per raccontare (parole sue) il passaggio dall’adolescenza alla gioventù attraverso la ricerca dell’identità sessuale.
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CAPIGLIATURA LEONINA
Risultato? Una delle due, Amelia (Deva Cassel) è dichiaratamente bisessuale, la seconda, Ginia (sì, proprio Ginia, non Gina, interpretata da Yile Vianello) è una pecorella smarrita, che vede in lei una sorta di faro-guida. E Deva Cassel si rivela a suo agio, il politicamente corretto è stato un mantra ricorrente nello stile di vita di mamma Monica: e lei, diciottenne, fidanzata con un modello coetaneo, Luca Calandra, lo usa a piene mani, senza nutrire dubbi sulle scelte.
Alta, una capigliatura leonina quasi regale nei riccioli sontuosi, ha un incedere deciso e imperioso, non per niente è anche modella. Ginia dovrebbe essere la protagonista (della vita di Amelia «prima della storia» non si sa nulla), ma si affloscia, mendicando l’attenzione dell’amica. Siamo nel 1938, Ginia, insieme al fratello Severino, operaio del gas, arriva a Torino dalla campagna, per lavorare, la città sfuma nei colori dell’estate, evoca un po’ Parigi, i sogni bohémiennes, il fascismo è sullo sfondo ma non dà fastidio a nessuno, si avverte solo in un discorso di Mussolini alla radio.
Ginia lavora in un atelier come sartina, la signora Gemma, le direttrice, la stima molto e vuole favorirne le innate doti creative, oggi sarebbe una stilista. Amelia irrompe nella sua vita in un pomeriggio di festa, è amica di uno dei ragazzi con i quali si ritrovano in riva al Po per una merenda in compagnia. E Amelia si rivela subito nel suo ardire, tuffandosi vestita da un barchino, quando riemerge è come fosse nuda. Non ha problemi, mostrarsi senza abiti rientra nell’abitudine del suo lavoro, fa la modella per alcuni pittori. E li fa conoscere a Ginia: uno di loro, Rodriguez, è il suo amante, ma lei non è fedele a nessuno, che sia uomo o donna.
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SULLA SCENA
L’altro, Guido, corteggia Ginia e lei finisce per concedersi, all’inizio è felice perché crede di essere amata, la delusione arriva quando scopre che gli altri ridono di lei alle sue spalle, dicono che è una scema. A causa loro dorme poco e arriva in ritardo al lavoro, non si concentra, perde la sua abilità, viene licenziata. Amelia la consola, ogni tanto la copre di baci e la porta ovunque con se, finiscono in una balera dove incontrano un medico giovane e affascinante che offre da bere a entrambe e poi va a letto con Amelia. Ginia si sente sempre più sola e smarrita, al secondo incontro con Guido, lei fissa un insetto sulla parete mentre fanno l’amore. Finchè è Amelia a crollare, dopo aver scoperto di aver contratto la sifilide, lo confessa disperata. Resteranno insieme per sempre?
Colpisce che Amelia-Deva resti dominante anche mentre piange, si avverte che è abituata a stare sulla scena sin da piccola, persino quando era nel pancione della mamma (2004) e Monica si fece fotografare nuda, prima di lei soltanto Demi Moore. E alla figlia, fidanzata con il modello Luca Calandra, coetaneo, ha raccomandato: «studia, lavora, segui le tue passioni», ma anche di stare sempre con i piedi per terra E probabilmente Deva (significa dea, dal sanscrito), non sbaglierà un colpo: la vedremo presto su Netflix, in un nuova versione de Il Gattopardo. La sfida è a Claudia Cardinale, dici niente.
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