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Lucio Malan, l'affondo a In Onda: "Nessuno nasce col diritto di stare in tv"

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Claudio Brigliadori
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Che Roberto Saviano da qualche anno interpreti il proprio ruolo con un pizzico di superbia, diciamo pure arroganza professionale e umana, è sotto gli occhi di tutti. Che a dare all'autore di Gomorra e Zero Zero Zero manforte nel suo presentarsi come “vittima del sistema” ci sia l’intero mondo della sinistra politica e culturale è altrettanto acclarato, e non da oggi. Lo scarto da vittima a “martire della censura” è arrivato grazie alla sua esclusione dai prossimi palinsesti Rai.

Niente seconda stagione di Insider, dunque, per violazione del codice etico interno a viale Mazzini. Saviano ha parlato di un’Italia «che fa paura» e di scelta solo politica perché lui «se la prende con i potenti» (eufemismo traducibile con: insulti a mezzo governo). A In Onda, su La7, si parla anche di questo e Lucio Malan, di Fratelli d’Italia, prova a riportare tutti con i piedi un po’ più per terra: «Nessuno nasce con il diritto a stare tutte le sere in televisione sul servizio pubblico.

 

 

Lui dice che siccome non va più in televisione tutte le sere l'antimafia è finita. Io prosegue il senatore di fronte ai conduttori Luca Telese e Marianna Aprile - penso che l’antimafia vada avanti anche se Roberto Saviano non è tutte le sere sulla Rai. Va bene un tantino di superbia però... non lo avrebbe detto neanche Paolo Borsellino senza di me non c'è la mafia, e deve dirlo Roberto Saviano?». Tranquilli, comunque: la telenovela terrà banco tra Commissione antimafia ed Europarlamento ancora per un po’. Nel frattempo, Saviano potrà continuare a togliersi il bavaglio sui principali quotidiani italiani e sui social, H24. 

 

 

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