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Andrea Purgatori, chi c'è tra i primi ad arrivare alla camera ardente

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Allestita in Campidoglio la camera ardente per Andrea Purgatori. Nei giorni in cui gli inquirenti indagano sulla morte del conduttore e giornalista di La7, tra i primi a volerlo salutare c'è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. "Era un persona eccezionale, come lui ne ho conosciuti veramente pochi. Mancherà come amico e come giornalista, anche per l'aiuto che mi stava dando. Ci teneva tantissimo al caso Orlandi e avrebbe fatto il consulente per la commissione d'inchiesta - ammette ricordando l'impegno per la ricerca della verità dopo la scomparsa della sorella 15enne -. L'ultima volta in cui l'ho sentito, l'ho ringraziato per un bellissimo articolo che aveva scritto. Si stava preparando e voleva assolutamente fare una puntata sul quarantennale".

Qualcosa poi è cambiato: "Dopo non l'ho più sentito perché si è aggravato, io sapevo che stava male e l'ultima volta in cui l'ho visto è stato quando è andato in Senato per le audizioni". E ancora, raggiunto dai cronisti: "Lì si capisce chi era Andrea. Già soffriva e stava molto male eppure ha fatto questo sforzo ed è andato in audizione in Senato, ha fatto un intervento bellissimo mettendo a tacere tutti quelli che erano contro la commissione. Quando è uscito gli ho detto: 'sei un grande'. In quel momento ho saputo che stava male e ho capito lo sforzo che ha fatto e quanto ha voluto esserci". 

I due sono amici di lunga data: "L'ho conosciuto la prima volta 40 anni fa e, negli ultimi anni, il rapporto si è intensificato. All'inizio lui aveva ipotesi diverse e ci siamo confrontati varie volte. Mi ha fatto sempre sentire il suo sostegno, anche quando ci è stato lanciato del fango. Mi ha sempre incoraggiato. Se devo identificare un termine su di lui direi 'daje', perché mi diceva sempre cosi', a ogni avversità". Tra gli ultimi impegni di Purgatori sul caso Orlandi, la serie con Netflix Vatican girl.

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