Myrta Merlino a Mediaset: "I tre super-consiglieri". E sulla D'Urso...
«Sono una curiosa, perennemente in movimento. E da quando ho trovato il mio punto fermo, posso spaziare senza insicurezze, tanto ho il mio stabilizzatore; che ogni tanto mi tocca trascinare, ma lui pare divertirsi molto».
Questa non è una dichiarazione al passo con i tempi, l’elogio dell’uomo vecchia maniera...
«In effetti Tardelli è molto maschio, un uomo tradizionale. Per lui le cose sono bianche o nere. Ha avuto molto dalla vita, lo sa e se lo tiene. È roccioso...».
E dicono preoccupato dal suo ultimo cambio di vita...
«Non da questo ma dall’impegno che comporterà. La quotidiana televisiva ti leva tanto tempo e lui sperava che fosse arrivato il momento in cui avremmo potuto stare più insieme. Per ora ci portiamo avanti, nel nostro dammuso a Pantelleria, ma già questa settimana rientro a Roma per preparare il nuovo Pomeriggio di Canale 5. E poi dal 20 agosto, testa bassa e lavorare».
Quando si parte?
«Stiamo valutando, ma sicuramente a settembre, dal Palatino, Mediaset».
Quanto cambierà per conquistare il pubblico del pomeriggio di Canale 5?
«La cosa più importante che ho capito dopo tanti anni di tv è che devi essere sempre te stessa, altrimenti il pubblico non ti premia. Le finzioni in video hanno le gambe corte. Peraltro questa è anche la sola ricetta per non diventare schizofrenici».
Myrta Merlino sbarca in Mediaset dopo dodici anni di conduzione dell’Aria che tira, in onda tutte le mattine su La7. Cambio di rete, di azienda e di fascia oraria. Andrà a occupare il posto che fu di Barbara d’Urso, colonna di Canale 5 per 25 anni. «Capisco che si sia scritto molto di noi in termini di rivalità, ma non c’è nessun antagonismo. Siamo così diverse...» taglia corto l’interessata. «E poi quel programma era figlio di un’idea del pomeriggio opposta a quella che ispirerà il mio. Da settembre inizia un percorso differente».
Lei, con Bianca Berlinguer, è il colpo della campagna acquisti Mediaset per la prossima stagione: perché ha cambiato?
«Ho fatto la mattina per tanti anni e lascio in dote a La7 una fascia oraria informativa che prima non esisteva. Stavo bene ma avevo bisogno di novità, il discorso era sul tavolo, stavamo parlando di progetti da mettere in pista e poi... la vita ha più fantasia di noi».
Cosa si aspetta Mediaset da lei?
«Piersilvio Berlusconi ha lanciato un messaggio chiaro alla presentazione dei palinsesti: virare di più sull’informazione».
Vuole dare il suo tocco personale, voltare pagina?
«Penso che abbia fiutato che questo Paese, che la tv di Silvio ha fatto sognare per tanti anni, oggi attraversi una fase storica diversa. Abbiamo davanti sfide ciclopiche, dal cambiamento climatico alla guerra, fino a cose concrete, come l’inflazione, le bollette o il caro mutui, che rischiano di mandarci fuori strada. Una realtà spiazzante per la gente comune, alla quale cercheremo di fornire gli strumenti per capire, come mi ha sempre insegnato Minoli».
È finito il tempo dell’infotainment?
«Prendo alla lettera l’indicazione di Piersilvio: è l’ora di puntare di più sull’informazione popolare di alta qualità».
C’è spazio?
«Mi pare che la Rai stia facendo una precisa scelta di campo.
Dall’altra parte c’è La7, dove sono successe tante cose, da me a Giletti, anche se le nostre sono storie diverse».
Dicono che La7 sarà la nuova Rai3?
«A me interessa di Mediaset, il cui obiettivo è diventare sempre più pluralista e inclusiva, con una forte virata informativa della quale c’è un gran bisogno. Avremo un atteggiamento da servizio pubblico, quasi radiofonico, per entrare nelle pieghe delle vicende e dare voce a persone che rappresentino i vari modi di vivere».
Lei ama molto la politica: le mancherà?
«Ma non ci rinuncerò, anche perché l’editore mi ha raccomandato di fare una tv che mi somigli. Ci sono tanti modi per fare politica. Certo Pomeriggio 5 non sarà un talkshow, non mi interessa avere quello di destra e quello di sinistra che se le danno di santa ragione. Seguiremo l’attualità stretta, analizzando i fenomeni sociali che essa nasconde, cercando di capire le tendenze e i perché e contestualizzando il tutto in una dimensione anche politica. In fondo la politica è chiamata a dare risposte, mica a litigare in tv».
Lei negli anni ha formato una compagnia di giro...
«Preferisco dire che ho degli ospiti ricorrenti, persone delle quali magari non condivido le opinioni ma che comunque mi incuriosiscono tutte. Se un ospite non mi incuriosisce, dopo la terza volta non lo richiamo».
Cambia il programma, cambieranno gli ospiti?
«Avrò nuovi ospiti, più legati al racconto della cronaca. Ma sempre in un’ottica di approfondimento, non indulgerò nel dolore. Però terrò anche la mia compagnia di giro, come la chiama lei: anziché cambiarla, la metterò alla prova su temi differenti. I politici possono parlare perfino di vita reale».
Anticipazioni sulla struttura del programma?
«Durerà circa un’ora e quaranta minuti. E avrò il pubblico in studio».
Monotematico, più blocchi?
«La scaletta la detta l’attualità, come nei giornali. Certo non rinuncerò a fare interviste. Oprah Winfrey nel suo grande contenitore ha intervistato da Obama alle popstar più importanti. Tutto si può fare, la variante è il come...».
Modello ambizioso...
«Se l’ambizione è tendere al meglio sì. D’altronde il cambio di passo è necessario, navigando un mare più grande sia a livello di pubblico sia come campo d’azione. Informazione alla portata di tutti, che accompagni le persone lungo ragionamenti complessi e renda interessanti anche materie noiose».
Esempi?
«Sulla vicenda del figlio di La Russa non mi interesserebbe il processo al papà per le parole dette, e neppure al ragazzo per capire se c’è stato reato o meno. Indagherei la generazione, perché i ragazzi si sballano e hanno perso il piacere della seduzione. Oppure sulla tragedia di Casal Palocco chiamerei Alex Britti, che da padre è andato sul posto per sentire sulla sua pelle il dramma di Manuel ed è stato assediato dai passanti che volevano farsi un selfie sul luogo della tragedia. Una cosa straniante, da capire. Sulla giustizia per esempio, si può applicare lo scontro tra garantisti e giustizialisti anche ai casi più semplici della vita».
Non ha paura che il pubblico Mediaset non la riconosca come della casa?
«Questa paura me l’ha fatta sparire Maria De Filippi, un’autorità televisiva, che mi ha spiegato che non esistono pubblici ostili o amici. Il pubblico te lo conquisti con la personalità. La7 era casa mia, in senso profondo, il pubblico Mediaset è diverso, ma se sono me stessa tutto andrà bene. D’altronde quando ho iniziato con l’Aria che Tira tutti erano convinti che il pubblico di La7 non guardasse la tv al mattino e invece sono riuscita a portare su La7 un pubblico nuovo».
Lei ha un look molto raffinato, lo cambierà per il grande pubblico?
«No, non credo che esista un problema di questo tipo, ho sempre pensato che curare il mio aspetto fosse una forma di rispetto nei confronti del mio pubblico e verso me stessa. Il famoso “decoro” che mi hanno insegnato fin da piccola. Io non sono ossessionata dalla forma fisica né una fanatica del ritocco. Non ho ancora fatto nulla».
Ha in programma qualcosa?
«Tardelli non me lo consentirà mai perché teme disastri. Però non sono moralista a riguardo, ognuno fa come crede, anche se non amo la bellezza codificata dal bisturi. Il proprio volto va accettato, altrimenti diventiamo tutti maschere. Finché tengo tutto insieme, bene. Dovessi correre ai ripari un giorno, valuterò».