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Francesco Baccini, il dramma: "Mi ha rubato tutto", chi lo ha rovinato

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Francesco Baccini si confessa in una lunga intervista a Il Corriere della Sera e rivela alcuni aneddoti sulla sua vita. Per esempio parla della sua amicizia con Fabrizio De Andrè - "Non dormiva la notte, io neanche. Facevamo mattina a parlare di qualsiasi cosa, con me rideva molto" - Enzo Jannacci - "il numero uno tra i miei punti di riferimento. Tragicomico", "mi definiva un errore temporale" -  e Lucio Dalla.

 

 

Il cantante ricorda anche quando a 23 anni finì a lavorare al porto di Genova: "Non era la vita che volevo. Pensavo: se rimango qui dentro divento un serial killer. Facevo casini e continuavano a spostarmi da un ufficio all’altro. Mi misero al centralino. Ma m’annoiavo e iniziai a fare numeri a caso in tutto il mondo" ma "quando arrivò la bolletta del telefono quadruplicata si spazientirono: 'Baccini, questa è l’ultima volta, qui non puoi sbagliare'. Stavo in una stanza, da solo. Il mio compito era, una volta al mese, prendere i tabulati del centro meccanografico e metterli in una macchina che tagliava le buste paga". Ma "sono durato trenta giorni. Pensavo di aver fatto un lavoro perfetto. Mi chiamò la direzione: 'Non ti far vedere per i prossimi venti giorni ci sono diecimila operai che ti vogliono uccidere'".

 

 

Un errore che non rifarenne è andarsene "dalla major discografica, lì avevo la mia storia, invece ho sparpagliato i miei album in cinque etichette differenti. E non farei Music Farm" dove fu cacciato per una bestemmia. "In quel periodo avevo subito una truffa gigante dal mio ex manager. Mi sono svegliato una mattina e non avevo più niente. Siccome non ho il file della depressione ho ricominciato daccapo e accettai di andare in tv perché mi offrirono un cachet importante. Dopo un po’ lì dentro pensi che non uscirai più. Ero impazzito. Mi sembrava di fare un viaggio senza ritorno in una navicella che va su Marte con Iva Zanicchi".

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