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Emma Marrone, l'insulto scatena la polemica sul Medioevo: uno strano caso

Tommaso Lorenzini
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L’incipit di questa storia ormai assomiglia a molte altre già lette: un illustre sconosciuto sui social insulta un personaggio famoso, incurante sia del buongusto di farsi i fatti propri sia del politically correct, scatenando le ire dei moralisti, e il vip in questione gli replica piccato fra gli applausi dei moralisti appena citati. Stavolta è toccato alla cantante Emma Marrone criticata in una foto dalle forme generose (già ai tempi di Sanremo era finita nel mirino di chi la vedeva sovrappeso). La criticante, tale Claudia, fino s’infila in una shitstorm. Emma interviene: «Buongiorno dal medioevo», posta, «Togliete i social a 'sta gente di merda» ha aggiunto. E rivolgendosi alla diretta interessata: «Fai schifo Claudia. Immensamente schifo».

PINGUI FORME
Tutto perfettamente dimenticabile e di interesse pari a zero, sennonché, ancora, viene tirato in ballo il “medioevo”, come ogni volta che i benpensanti si sentono in dovere di criticare qualche avvenimento o dichiarazione che urta la loro sensibilità, impegnati in una caccia alle streghe h24. Il medioevo è stato chiamato in causa quando pochi giorni fa hanno bruciato a Napoli la Venere degli stracci, lo tira fuori ora Emma per replicare a una stupida chele dà della grassa. Siamo del tutto fuori strada.

 

Nel medioevo nessuno ha mai bruciato opere d'arte, erano anzi tesori di affezione popolare se la loro funzione era “pubblica” (pensiamo a dei portareliquie capolavori dell'oreficeria o statue di santi patroni) e proprietà privata custodita gelosamente in quanto lavori su ordinazione di ricchi committenti. Nel medioevo, che i nostri commentatori saccenti oggi usano come sinonimo di bestialità e degrado, l'arte religiosa (che per ovvie radici cristiane la faceva da padrona) diventava la biblia pauperum, cicli di immagini attraverso le quali il popolino (e non solo) otteneva l'istruzione e la conoscenza delle Sacre Scritture (pensate agli affreschi della Basilica di San Francesco ad Assisi).

 

E per quel che riguarda Emma, dovrebbe sapere che nel medioevo essere grassi era non solo un complimento, ma fonte di invidia: coloro che vantavano dei chili in più erano erano i benestanti, era la nobiltà, erano quelli che potevano mangiare regolarmente, soprattutto carne (e infatti molti si ammalavano di gotta), al contrario del disgraziato popolino spesso alle prese con la miseria. Ciò non toglie, tuttavia, che l'altro lato della medaglia fosse un senso estetico femminile assolutamente eccezionale, dove la donna ideale era sì filiforme, ma condizione appannaggio delle inarrivabili sante, abbigliate con vesti, monili e acconciature chele influencer di oggi si sognerebbero (la Sant'Agnese del Polittico di Ognissanti, di Giovanni da Milano, dipinta nel 1360, oggi sarebbe una top model). Perché, in fin dei conti, gli artisti dipingevano ciò che avevano sotto gli occhi nel quotidiano, e i modelli era tutt'altro che oscurantisti, alla faccia della donna considerata creatura di scarto, nel medioevo.

Fa sorridere che sia proprio Emma a cadere nella trappola del «medioevo uguale età buia», lei che è nata a Firenze (e non c'è da dire altro) ma orgogliosamente cresciuta in Salento, a due passi da quel Castel del Monte concepito da Federico II che, attorno alla metà del 1200, lì raccolse la propria corte facendo diventare quel luogo misterioso e carico di mistica un fulcro di cultura per letteratura, poesia, astronomia, arti militari e di falconeria. L'idea del medioevo come momento ormai superato e in qualche modo retrogrado nasce nel Tardo Rinascimento, come concezione di superiorità e pregiudizio negativo verso i secoli appena trascorsi. Ma il medioevo, sono stati i Longobardi, è stato Carlo Magno e Aquisgrana, è stato Dante e Petrarca e Cecco Angiolieri e Boccaccio, è stato Cimabue e Giotto e Duccio, è stato Siena e Firenze appunto, è stato Chartres e le cattedrali gotiche dove la luce era signora, è stato l’Abbazia di Mont St-Michel, sono stati i monaci che hanno riscoperto i testi antichi e rilanciato il diritto, l'economia, le scienze. Lo storico Franco Cardini è chiarissimo: «Il vero Medioevo non fu solo un'epoca di feudatari e cavalieri. Fu anche l'epoca in cui nacquero le lingue, le nazioni, le banche ed i comuni».

NASCE LA CIVILTÀ
È allora che è nata la civiltà di oggi. Lo spiega senza equivoci un altro vero conoscitore della materia, Jacques Le Goff: «Se studiate il Medioevo vi accorgerete che è diverso da ciò che siamo, da ciò che l'Europa è oggi diventata. Avrete come l'impressione di fare un viaggio all’estero. Occorre non dimenticare che gli uomini e le donne di questo periodo sono i nostri antenati, che il Medioevo è stato un momento essenziale del nostro passato e che quindi un viaggio nel Medioevo potrà darvi il duplice piacere di incontrare insieme l’altro e voi stessi».

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