Cerca
Cerca
+

Ornella Muti-choc su Naike Rivelli: "Perché mi consigliarono di abortire"

  • a
  • a
  • a

Tempo di confessioni, a cuore aperto, per Ornella Muti: la diva si racconta infatti al settimanale Oggi. Spiega che Francesca Rivelli, questo il suo nome all'anagrafe, è sempre stata la stessa donna, oggi come prima, quella apparsa al cinema come in televisione. Ovviamente, aggiunge, "una rappresenta se stessa, senza giudici esterni, senza osservatori, l’altra appartiene al pubblico. Tutti, credo, quando escono dal proprio guscio mettono un po’ una maschera, no?", ammette pur rivendicato il fatto di essere vera, insomma nulla di artefatto o costruito.

Quindi una rivelazione tosta, di quelle che è difficile rivangare. Siamo agli inizi della sua carriera, aveva 18 anni, quattro anni prima era stata scelta dal regista Damiano Damiani. E alla ragazza che stava per diventare madre, appena maggiorenne, suggerirono di abortire per preservare la sua carriera. "Mia madre mi mise in guardia dalle responsabilità della maternità. Anche se in Italia l’aborto era illegale, all’estero si poteva fare tranquillamente e persino il mio agente cinematografico di quel periodo me lo consigliò, perché dovevo girare un film. Avrei dovuto abortire per fare un film? Assolutamente no! Quindi ho deciso di portare a termine la gravidanza. Ed è stata la miglior decisione della mia vita", ammette Ornella Muti. La figlia in questione, ovviamente, è Naike Rivelli.

 

 

Poi, nel lungo colloquio col rotocalco, ampio spazio agli uomini, agli amori. Spiega che in tanti, in moltissimi, ci hanno provato con lei: "Quasi tutti. Ho passato la vita a difendermi dagli assalti degli uomini". Su Adriano Celentano però preferisce non rispondere: "Non è il caso di parlarne... Oltretutto è stato lui, una volta, a fare dichiarazioni in merito con sua moglie presente, un errore da parte sua e io sono rimasta francamente un po’ sorpresa. Che ci vogliamo fare? Questo è l’universo maschile. Io, a suo tempo, ho avuto rispetto della sua famiglia", conclude Ornella Muti.

 

Dai blog