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Ezio Greggio, "un bel vaffa": la bordata politica, sinistra muta

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Da Ezio Greggio parte un bel "vaffa" alla sinistra schiava del politicamente corretto. L'attore e conduttore diventato famosissimo negli anni Ottanta con il Drive In in tv e Yuppies e primissimi cinepanettoni al cinema affida al Messaggero le sue riflessioni sull'attualità e qualche succulento aneddoto sulla sua fortunata carriera nel mondo dello spettacolo italiano. 

 

 

 

Sguardo malandrino e lingua lunga, Greggio nei panni di tele-imbonitore e scaltro arrampicatore sociale (e improbabile playboy) è stato uno degli specchi dell'Italia rampante e ottimista del decennio d'oro passato alla storia come quello del "berlusconismo". "Per tutti gli italiani - spiega a proposito degli Anni Ottanta, quelli del cosiddetto 'riflusso' dopo gli anni di Piombo - è stato un periodo magnifico all'insegna di spensieratezza, nuovo benessere, leggerezza. Un clima perfettamente descritto dai nostri film", diretti dai fratelli Vanzina. Una sarabanda di risate che andavano di pari passo con le avventure "esotiche" degli aspiranti neo-ricchi, sulle tracce della bella vita tra Cortina e Montecarlo.

 

 



Uno spirito garibaldino e piccantello, a volte anche cinico e cattivo ma sempre leggero. Che oggi, suggerisce Greggio, forse si è perso definitivamente: "Il mondo è cambiato e ogni Paese affronta problemi enormi. Al politically correct indirizzo un sincero 'vaffa', sia chiaro senza connotazione politica alla Beppe Grillo. È un terrificante bavaglio alla satira, che si nutre di attualità, e alla stessa libertà di espressione sancita dalla Costituzione. Io sono per la linea di Checco Zalone e Striscia la notizia". Un unico credo: "Per far ridere non si fanno sconti a nessuno".

 

 

 

Da qui lo sfogo riguardo alle polemiche che l'hanno investito, soprattutto da certi ambienti, dopo che aveva offerto aiuto alla mamma costretta ad abbandonare il figlio appena nato a Milano: "Qualcuno ha cavalcato l'episodio in senso politico senza pensare all'aspetto umano della vicenda. Ma a darmi ragione sono stati i migliaia di ringraziamenti che ho ricevuto e i 18mila neonati che abbiamo salvato con le incubatrici donate dalla mia associazione benefica. Vorrei sapere cosa hanno fatto per queste creature i miei accusatori".

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