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Gianni Agnelli, la proposta indecente di Tinto Brass: "Molto dotato. E così..."

Roberto Tortora
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Tinto Brass, il maestro del cinema erotico italiano, ha da poco tagliato il traguardo dei novant’anni ed è stato intervistato dal Corriere della Sera con cui ha ripercorso una carriera anticonformista e brillante. Partendo, però, dai sentimenti, cioè da sua moglie Caterina Varzi, che lo ha aiutato nel momento più difficile, quando cioè, nel 2010, fu colpito da emorragia cerebrale e ricoverato all’ospedale di Vicenza. Voleva togliersi la vita, ma l’allora compagna gli ridiede slancio vitale: “Non ho mai consumato, la conobbi nel 2007, mi rapì il suo sguardo malinconico, sembrava Silvana Mangano. Sono guarito con i suoi spogliarelli alla Kim Basinger, toccavo il suo corpo nudo”.

Tra verità e leggende, la vita cinematografia di Tinto Brass è colma di aneddoti, come quello che riguarda Gianni Agnelli, sì, proprio lui. L’Avvocato, infatti, venne individuato dal regista come soggetto ideale per un suo film, al punto da proporgli una scrittura. Verità o mito? La risposta di Tinto Brass: “No, quella era verissima. Sembrava molto dotato, a giudicare dalle foto rubate mentre si tuffava dal suo yacht. L’avrei voluto per ‘L’uomo che guarda, tratto da Alberto Moravia. La segretaria era molto divertita e rispose che l’Avvocato mi ringraziava, ma era troppo impegnato”. 

 

E non è il nome più scioccante, se si pensa che il regista milanese avrebbe voluto girare una pellicola anche con la donna che ha segnato per sempre la presidenza americana di Bill Clinton: “Cercai di scritturare pure Monica Lewinsky, per difenderla dalle maîtresse à penser che la coprivano d’insulti solo perché avrebbero voluto essere al suo posto nella Sala Orale della Casa Bianca”. Di coraggio e idee geniali Tinto Brass è sempre stato pregno e il tempo che passa non scalfisce il suo brio: “Ho 90 anni. Ma i sogni erotici non finiscono mai”. Lunga vita, perciò, a Tinto Brass.

 

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