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Piero Angela, lo sfregio del sindaco Gualtieri: "Ora chieda scusa"

Tommaso Montesano
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Il sito internet c’è ancora: viaggioneifori.it. Si può selezionare il Foro preferito - il Foro di Augusto o il Foro di Cesare - e a quel punto appaiono le tariffe per gli spettacoli: 15 euro per il biglietto intero, 10 per il ridotto e 25 per il combinato. Solo che quando si clicca su “acquista on line”, ecco che scatta il trasferimento sulla pagina dei musei di Roma Capitale che informa che «i biglietti non sono ancora in vendita» oppure che «le vendite sono momentaneamente sospese o chiuse».

È questo ciò che è accaduto a Ignazio Marino, ex sindaco della Capitale, quando nei giorni scorsi ha provato a prenotare per lo spettacolo che lui stesso aveva ideato nel 2014: una rivisitazione della storia di Roma, regia di Piero Angela, nella zona archeologica dei Fori Imperiali, all’aperto e in notturna, con effetti speciali. Niente da fare: gli spettacoli sono sospesi. L’ultimo è andato in scena il 2 ottobre dello scorso anno. Da qui la reazione dell’ex primo cittadino romano - Marino ha guidato il Campidoglio dal 12 giugno 2013 al 21 ottobre 2015, prima di essere sfiduciato dal suo stesso partito, il Pd - che sul suo blog si è scagliato contro il successore Roberto Gualtieri: «Roma chieda scusa a Piero Angela».

 

 

TUTTO CHIUSO - «Ma come: si chiude uno spettacolo culturale che tra l’altro portava profitto al Comune?», si chiede Marino. L’ex senatore ricorda i successi- anche economici- dell’iniziativa: «Solo nei primi sei mesi del 2014, a Roma offrimmo quello spettacolo a un totale di 110mila spettatori con un incasso di un milione e 200mila euro a fronte di un investimento iniziale di 800mila euro!». Il primo spettacolo andò in scena la sera del 21 aprile 2014 e «le panche di legno ospitavano 250 persone ogni ora, dalle 21 alle 23 e il racconto si ascoltava in cuffia in ben nove lingue diverse». Un modo intelligente di valorizzare un «tesoro unico» l’area dei Fori Imperiali- nelle serate di primavera, estate e inizio autunno. «Non aveva senso aver chiuso i Fori al traffico privato di 40mila veicoli al giorno», il riferimento di Marino è a una delle sue misure più controverse, «per poi lasciarli al buio e senza che divenissero un nuovo salotto per romani e turisti».

Adesso tutto questo «è chiuso», scrive con amarezza l’ex sindaco, che essendo in questi giorni nella Capitale pensava di «andare a rivedere i meravigliosi spettacoli notturni» realizzati con Angela, il «più grande divulgatore scientifico del nostro Paese».

Il bersaglio di Marino è Gualtieri, che aggiunge così un’altra “perla” al suo modesto bilancio da sindaco di Roma, dove spiccano il caos rifiuti mai risolto, l’idea di istituire una nuova Ztl che penalizzerebbe i romani e i taxi introvabili. Nei giorni scorsi, a questo proposito, è arrivata la stroncatura di Carlo Calenda, leader di Azione, che pure al ballottaggio aveva dato indicazioni di voto per lui: «Tornando indietro lascerei libertà di scelta. Gualtieri è supponente, resta chiuso nello studio a farsi le foto sul balconcino con le persone famose».

 

 

Lo schiaffo - postumo - ad Angela imbarazza il Campidoglio. Miguel Gotor, assessore alla Cultura, prova a giustificare la scelta di sospendere gli spettacoli: «Il tempo trascorso obbligherebbe a un profondo e costoso aggiornamento delle tecnologie utilizzate. Verificheremo la possibilità di promuovere uno spettacolo simile nell’area Sacra di piazza di Torre Argentina, in questi giorni di nuovo al centro dell’attenzione intemazionale (il nuovo sito ha aperto al pubblico martedì 20 giugno, ndr)».

CARROCCIO ALL’ATTACCO - Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in consiglio comunale, annuncia la presentazione di un’interrogazione sulla vicenda: «Non si capisce perché il Campidoglio “cassi” le iniziative di successo e premi, invece, le associazioni degli amici degli amici, come i 250mila euro concessi per il cinema America. Chiederemo conto all’amministrazione di questa scelta per conoscere le vere motivazioni di questa decisione». In vista potrebbe esserci anche un esposto alla Corte dei Conti: «È inaccettabile che Roma perda denaro in questo modo».

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