Arisa linciata? "Sono dei violenti. E se non ti pieghi...": chi si schiera con la cantante
Vietato dire che "Giorgia Meloni ha le palle". Ne sa qualcosa Arisa, la cantante, prima costretta a fare "abiura" nello studio di Domenica In, su Rai 1, e poi spinta a rinunciare alla partecipazione del Gay Pride di Milano, in cui era prevista la sua presenza (e darà forfait anche a Roma). Il tutto per le minacce della comunità Lgbt, che la ha insultata e attaccata pesantemente perché si è "permessa" di affermare che apprezza il piglio del premier.
Il passo indietro relativo al Gay Pride lo ha comunicato la stessa Arisa, la quale ha spiegato che sia stata spinta a prendere la decisione dal suo manager, al quale gli organizzatori avevano suggerito di far saltare la presenza della cantante. Insomma, una forma di squadrismo, in tutto e per tutto. "Mi spiace immensamente per il momento che stiamo vivendo e spero che col tempo potremo di nuovo comunicare. Per adesso sono solo insulti pesantissimi da parte di alcuni di voi che non so come decifrare. Oggi al mio manager è stato consigliato da parte degli organizzatori, di dirmi di non presentarmi al Pride di Milano a causa dell’ipotesi che alcuni membri della comunità possano in qualche modo mettermi in imbarazzo, io sarei venuta volentieri, però se ho fatto qualcosa di così tanto grave da meritare un trattamento così esclusivo, credo che non parteciperò neanche al pride di Roma", ha fatto sapere sui social Rosalba Pippa, questo il nome all'anagrafe di Arisa.
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Ora, in sua difesa, ecco schierarsi Mario Adinolfi. Interpellato dalla AdnKronos, afferma: "Arisa è finita in un tritacarne inconsapevolmente, da donna del Sud inizia a riflettere su suoi valori. Il mondo Lgbt è violento, fa bene a non andare al Pride", rimarca. E ancora: "Quello che è successo ad Arisa è quello che subisco ogni giorno sulla mia pelle. Il mondo Lgbt, nella sua formalità associativa, è un mondo violento: o sei con me, o sei contro di me, e chi non ha la tendenza ad assoggettarsi subisce intimidazioni e deve essere silenziato", ha aggiunto. E ancora: "Arisa è finita in un tritacarne inconsapevolmente, non è che ha una posizione 'adinolfiana' - ribadisce ironico Adinolfi -, è sempre stata una icona Lgbt, era amata. Ma guai ad esprimere un dubbio. Questo atteggiamento da parte del mondo Lgbt è stato agito infinite volte. In questi giorni - prosegue - ho letto che anche Pillon, qualche giorno fa, non ha potuto parlare durante una iniziativa. Poi c'è stato l'episodio della Roccella. Per non parlare di me e di quello che ho dovuto subire quando ho presentato il mio ultimo libro non solo feroci contestazioni ma c'è anche chi è arrivato a dirmi: Non devi entrare nella mia città", conclude Mario Adinolfi.
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