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Pupo, Sallusti ad alzo zero: "Artista? No, prostituta e utile idiota di Putin"

Alessandro Sallusti
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Vi proponiamo l’editoriale di Alessandro Sallusti su Libero in edicola oggi, domenica 30 maggio, e andato in stampa prima della retromarcia di Pupo, che non prenderà più parte al “Sanremo” russo. 

Ci mancava solo Pupo a cantare nel teatro del Cremlino per “la gloria del popolo russo”. Già perché il cantante italiano si esibirà nei prossimi giorni al festival della canzone russa come ospite d’onore. E sai che onore salire su un palco che gronda di sangue di donne e bambini ucraini come utile idiota di quel macellaio di Putin. Doppiamente utile idiota perché lo slogan della manifestazione è “qui si esibiscono artisti stufi della perfidia dell’Occidente e dell’America”.

È incredibile come un artista possa scendere così in basso per soldi o egocentrismo, ma del resto questo passa il convento: Pupo di nome e di fatto, come la marionetta siciliana il nostro eroe si fa tirare i fili dal puparo russo per la gioia del pubblico pagante che così continuerà a credere di essere nel giusto, che non c’è in corso nessuna guerra ma soltanto una “operazione speciale” di polizia per debellare quattro pericolosi nazisti ucraini.

«Io sono un artista e mi esibisco per chiunque mi chiami», si è giustificato prima di mettersi in viaggio per Mosca. No, la giustificazione non sta in piedi, è stupida e anche un po’ vigliacca: chi si mette a disposizione di chiunque per soldi non è un artista bensì una prostituta. E poi una domanda: scusi signor Pupo, se i tedeschi l’avessero chiamata a intrattenere i kapò di Auschwitz lei quindici sarebbe andato? Canterebbe anche al congresso dei pedofili o alla rimpatriata dei reduci dei tagliagole dell’Isis?

 

 

Vabbe’, da italiano mi vergogno di lei ma ovviamente questo non conta. Ma quando salirà su quel palco almeno per un secondo si ricordi di quei venti bambini ucraini fucilati a freddo la scorsa settimana dai soldati russi perché non sapevano dove metterli, si ricordi di quei giovani soldati ucraini fatti prigionieri e decapitati mentre un russo filmava compiaciuto la scena, pensi per un attimo ai cinquantamila civili morti sotto le bombe lanciate apposta su case, scuole e ospedali e se a quel punto proprio non riesce a sputare in faccia a chi lo ha invitato perché teme di fare la fine di un cantante ucraino, almeno abbia pietà di noi e non parli dell’Italia, non canti in nome nostro.

 

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