Massimo Giletti, anche Mentana fugge: caos a La7
Ci si potrebbe fare una fiction sulla romanzesca trombatura di Massimo Giletti dai palinsesti de La7. Il nuovo, avvincente capitolo della saga è l’annuncio della sua assenza dallo Speciale Giletti che Enrico Mentana aveva in programma domenica, in sostituzione del fu Non è l’Arena. In effetti, uno Speciale Giletti senza Giletti sapeva di anelito beckettiano, di teatro dell’assurdo. Non che il resto della vicenda non lo sia. Andiamo con ordine. Ieri sera nel suo tg più pregiato, Mentana ribadisce il concetto già espresso su Instagram. «Massimo Giletti mi ha appena inviato un breve messaggio video all’uscita dalla Procura di Firenze» dice Chicco «nel nostro colloquio successivo all’invio del video, si è convenuto di riprovarci appena le ulteriori indagini che si sono aperte potranno consentire una testimonianza televisiva adeguata per lo scopo della trasmissione».
Ed ecco che irrompe il Giletti registrato, livido davanti alla Procura, che parla di «vicende che non si possono risolvere all’interno di uno studio televisivo. Vanno affrontate nei luoghi deputati per farlo. Cioè gli uffici di un’azienda. Altrimenti si rischia di finire in un’aula di tribunale». E aggiunge di volersi astenere da ogni giudizio per via delle indagini in corso, «lo devo soprattutto ai magistrati che stanno lavorando su questa indagine e lo devo anche forse per rispettare me stesso. Io devo e parlerò sicuramente, ma questo non è il momento giusto per farlo e forse non è nemmeno il modo giusto». Sicché mette il punto Mentana, quasi deluso dalla mancata maratona televisiva. ll quale Mentana si augura che le cose si possano risolvere in «due-tre settimane». Ma, onestamente lo vedo ottimista.
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FACCENDA COMPLESSA
Ora, la faccenda è sicuramente complessa. Complessissima. Al punto che noi stessi addetti ai lavori fatichiamo a trovarne il bandolo. Dunque. C’è, certamente, un Giletti che evoca in radio a Rtl «intercettazioni terribili, dove qualcuno di importante dice “Va chiuso Giletti”»; e butta lì il riferimento a Marcello Dell’Utri. Ci sono sicuramente i magistrati fiorentini i quali indagano sul caso del mezzo pentito Baiardo e sulla presunta foto di Berlusconi con i boss Graviano e il generale dei carabinieri Delfino.
C’è, acclaratamente, un incontro tra Cairo, Giletti più il sottosegretario alla Cultura del governo Meloni, Gianmarco Mazzi e l’ad di La7 Marco Ghigliani, dove si discute del futuro del programma. Ma nessun accenno alla suddetta foto mafiusa di Baiardo, di cui l’editore non era assolutamente al corrente; e pare che questo sia uno dei motivi per cui Cairo, che raramente s’incazza, abbia cancellato il programma. Ma -sottolineo- è solo uno dei motivi. L’altro, quello più consistente e accreditato da chiunque si occupi di televisione e da metà degli anchormen de La7 che sulla faccenda si spacca (Mentana pro Giletti, Gruber e Formigli contro, Floris un po’ contro un po’ a favore), be’, è un motivo meramente tecnico. L’argent. A Cairo se gli togli l’argent gli viene l’itterizia. Non è l’Arena perde soldi. Tanti.
Nell’ultimo mese la situazione si era fatta addirittura insostenibile: il programma costava duecento mila euro a puntata e perdeva circa la metà; inoltre, partito nella stagione 2017-2018 con 1.403.813 spettatori nei successivi cinque anni è sceso, l’anno scorso, al suo nadir di 779.979. Poi è aumentato di share, ma non al punto da convincere gli investitori a non abbandonare la nave.
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BUSINESS IS BUSINESS
Quindi: calo degli introiti pubblicitari, meno share, più il pagamento di un pentito di mafia peraltro inattendibile e, infine la rottura di palle dei magistrati. «Tutto questo equivale alla soppressione del programma. Ed è una semplice questione di business, chi conosce l’azienda sa che ragioniamo su logiche commerciali» mi racconta un pezzo grosso de La7 «ma ti pare che dopo duecento puntate e sei anni di messa in onda in cui Giletti ha parlato di tutto, dalla Mafia a Onlyfans, uno all’improvviso lo censura? Non c’è nemmeno bisogno di giustificarsi...». Infatti. Questa cosa del bipolarismo psicotelevisivo di Giletti che prima ti parla di olgettine e poi va inviato a Odessa sotto le bombe, meriterebbe un’analisi, anche freudiana a parte. Ma ora che farà Max? I prossimi vertici meloniani della Rai ne hanno escluso qualsiasi contrattazione «a prescindere e comunque non certo adesso». Mediaset ha già le sue star. Nei corridoi della politica si parla di un’eventuale candidatura di Massimo alle Europee, perla Lega. Non sarebbe neanche una cattiva idea, parlando di voti. Una sorta di Michele Santoro alla rovescia...
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