Giletti esce dalla procura: "Ho parlato con i pm. E domenica da Mentana..."
"Avvistato nei pressi della Procura di Firenze". Dagospia sgancia la bomba e Massimo Giletti, dopo pochi minuti, conferma. "Ci sono vicende che non si possono risolvere all'interno di uno studio televisivo. Vanno affrontate nei luoghi deputati per farlo. Cioè gli uffici di un'azienda. Altrimenti si rischia di finire in un aula di tribunale. Come vedete sono appena uscito dalla Procura di Firenze, e questo fa capire la situazione complessa e difficile che stiamo vivendo". Il conduttore di La7 commenta così il caso Non è l'arena: la trasmissione è stata sospesa con effetto immediato da La7 e la decisione improvvisa dell'editore Urbano Cairo, con motivazioni non proprio limpidissime, ha scatenato la protesta dei telespettatori e anche di qualche giornalista. Nel frattempo, Giletti resta "a disposizione della rete" ufficialmente, ma congelato di fatto.
"Per questo, pur dicendo davvero grazie ad Enrico Mentana, non mi è possibile partecipare allo speciale previsto per domenica su La7. Lo devo soprattutto ai magistrati che stanno lavorando su questa indagine e lo devo anche forse per rispettare me stesso. Io devo e parlerò sicuramente, ma questo non è il momento giusto per farlo e forse non è nemmeno il modo giusto", ha concluso Giletti. La Procura di Firenze è la stessa che indaga sulle bombe mafiose del 1993, che ha ascoltato nei giorni scorsi anche Salvatore Baiardo, già condannato per favoreggiamento dei fratelli Graviano, boss di Cosa Nostra al Nord, e ospite di Giletti nelle ultime settimane.
"Vorrei dire tante cose, e verrà il giorno in cui potrò dirle. In questo momento ho tanto rispetto per i magistrati, data la situazione delicata. L'importante è avere la coscienza a posto, poi la verità verrà fuori. Ho un contratto che mi vincola all'azienda in cui ho lavorato per sei anni, e per rispetto a questo contratto non posso parlare senza autorizzazione e chiarire in modo serio", aveva ribadito in mattinata sempre Giletti, ai microfoni di RTL 102.5. "Devo dire grazie alle centinaia di persone che continuano a mandarmi messaggi di sostegno, non per me ma per tutto il gruppo di lavoro - aggiunge -. Nel nostro Paese non è facile fare un certo tipo di televisione, che va a disturbare chi sta nei palazzi, ma bisogna avere il coraggio di farla. Quando c'è una situazione delicata, abbiamo il dovere doppio di andare nelle sedi corrette, io l'ho fatto, il resto sono chiacchiere. Ci sono intercettazioni terribili, dove qualcuno di importante dice 'Va chiuso Giletti'. L'ho letto su La Repubblica", "sono intercettazioni che fanno capire quanto quel lavoro era importante. Ma noi non molliamo e continueremo a farlo. Lo devo alle persone che ci hanno seguito ma per rispetto dell'azienda per cui ho lavorato non posso dire altro, se non ringraziarla per ciò che mi ha fatto fare in questi ultimi anni".