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Gina Lollobrigida, drammatica svolta in tribunale: "Cos'hanno acquisito"

Roberto Tortora
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Gina Lollobrigida, diva eterna. E postuma. Sì, perché si torna a parlare di lei, o meglio, del suo factotum, Andrea Piazzolla. C’è un colpo di scena, infatti, nel processo in cui è indagato: il giudice del tribunale monocratico di Roma ha acquisito agli atti i due testamenti olografi dell’attrice, morta lo scorso 16 gennaio a 95 anni. Accolta, dunque, la richiesta dei difensori dell’imputato. Va stabilita, dunque, la volontà della Lollobrigida in merito alle disposizioni legate all’eredità del suo vasto patrimonio.

Documenti scritti dalla Lollo tra il 2013 e il 2017, con un ultimo lascito redatto mentre si trovava già ricoverata in una clinica. Pochi giorni dopo il suo decesso, era emersa la volontà dell’artista di lasciare metà del patrimonio al figlio Andrea Milko Skofic e l’altra metà proprio a Piazzolla.

L’ex-factotum della Bersagliera, in verità, aveva annunciato la volontà di non usufruire di questa generosa donazione, ma di mettere a disposizione tutto il disponibile a servizio dei desideri della Lollobrigida. Perché è imputato allora Andrea Piazzolla? L’esposto nei suoi confronti è partito dal figlio dell’attrice, che gli contesta una sistematica spoliazione dei beni della Lollo proprio tra il 2013 e il 2018. Il dibattimento è giunto al finale: la sentenza è attesa per il prossimo 7 Giugno.

 

A processo c’è anche Antonio Salvi, l’intermediario di una casa d’aste che avrebbe agito per la vendita di circa 350 beni di proprietà della donna. E per Piazzolla i guai non sono finiti, perché ha a suo carico anche altri due procedimenti che lo vedono accusato di aver sottratto anche un’auto di lusso e aver venduto opere d’arte e altri cimeli presenti nella villa sull’Appia della grande Gina nazionale, dal valore di diversi milioni di euro.

 

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