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Nanni Moretti? Quel brindisi per i tank comunisti: toh, "scorda" la vergogna...

Bruna Magi
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Sì, Il sol dell’avvenire, nuovo film di Nanni Moretti (sui nostri schermi da domani, sarà in concorso al Festival di Cannes), è molto divertente, ci riconsegna un regista vivace dopo gli sbadigli dei Tre piani. Ma è anche, con furba intelligenza morettiana, un filino “paraculo”, quasi volesse omaggiare la nuova aria che tira. Non possiamo esimerci dal ringraziarlo, felici di un cambiamento di rotta: come liberato dall’aureola del politicamente corretto. Sì, c’erano già stati accenni in passato (il famoso invito a D’Alema «dì qualcosa di sinistra»), ma ora arriva il riconoscimento che qualcosa di sbagliato dalle parti del Pci c’è sempre stato, a partire dalla nascita della Repubblica. Questa prospettiva morettiana è il piatto forte del film Il sol dell'avvenire.

 


Il titolo dell’opera irrompe direttamente dalla canzone partigiana Fischia il vento (... a conquistar la rossa primavera, dove sorge il sol dell’avvenire...). Intanto, parodiando una sua famosa autodefinizione, riscopriamo questo “splendido settantenne” (li compirà il 19 agosto): dobbiamo riconoscere che porta benissimo gli anni, ironizza su se stesso e su tutti e tutto, dalla crisi (spocchiosa) del cinema a quella di coppia, neo protagonismo femminile in testa. Lui è Giovanni, un regista che inizia a girare un film ambientato nel 1956, protagonista un giornalista, Ennio (Silvio Orlando) de L’Unità, in pieno boom del Pci, quando falce e il martello viaggiavano a colpi di grancassa.

Ma contemporaneamente pensa anche a un altro film in cui “attraversa Roma” nuotando in sequenza in varie piscine (tracce di Palombella rossa). Giovanni ha una moglie, Paola (Margherita Buy), che fa la produttrice e lo segue con devozione, ma vorrebbe lasciarlo, e per trovare il coraggio frequenta uno psicanalista, Giovanni ignora il tutto. Anche la figlia gli è sempre vicina, sin da bambina lo asseconda nei rituali scaramantici che precedono l'inizio delle riprese, li ripete ogni cinque anni, la sua “media” di lavoro. La recita casalinga prevede di sedersi sul divano con una coperta fatta all’uncinetto, gustando gelati e pistacchi, mentre la famiglia rivede il film Lola con Anouk Aimèe.

 

 


FEROCI BATTUTE
La lavorazione de Il sol dell'avvenire include le sue feroci battute, c’è una della troupe che indossa i sabot e lui li detesta. E per protestare fa irruzione anche sul set di un altro film dove contesta la violenza dilagante consultando varie celebrità, da Renzo Piano a Corrado Augias. Nel suo film, quando arriva la notizia dell’invasione dell’Ungheria, tutto il set si dissocia (lui aveva già strappato il manifesto di Stalin). Ma ecco la sorpresa morettiana che dicevamo: Togliatti si converte alla causa ungherese e marcia in corteo festante con la troupe, è affluenza corale di popolo, per protestare contro l’Urss. Nella realtà Togliatti brindò all’invasione e ai carri armati che schiacciarono Budapest. Il tutto per affermare ad ogni costo (nel film) che il Partito comunista italiano è sempre stato diverso da quello sovietico. Purtroppo solo fantasia morettiana.

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