Massimo Giletti, "forze dell'ordine a casa sua": la menzogna di Selvaggia Lucarelli
Ore 14.55, la notizia di La7 della decisione di sospendere Non è l'arena con effetto immediato è diventata di dominio pubblico da poco più di 60 minuti e Selvaggia Lucarelli su Twitter scrive: "Nelle redazioni si rincorre la notizia che ci sarebbero le forze dell'ordine in casa di Massimo Giletti, nonché in alcun ufficia amministrativi".
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Il condizionale è d'obbligo, certo lascia perplessi la scelta della giornalista del Fatto quotidiano (che con Giletti non ha mai avuto rapporti molto cordiali, tanto da interrompere bruscamente le sue ospitate a La7) di dare in pasto al popolo della Rete una notizia non ancora verificata e appunto presa con le molle dai tutti i siti di informazione. Tant'è che alle 18.10, proprio di fronte a un tam tam impazzito, lo stesso conduttore di fatto silurato da Urbano Cairo si sente in dovere di smentire all'agenzia Agi: "Perquisizioni in casa mia della Dia? E' una notizia falsa".
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Una bufala, insomma, ma intanto il danno è fatto, come sottolinea anche Sandra Amurri in una lettera a Dagospia per provare a spiegare le ragioni della chiusura di Non è l'arena. Secondo la giornalista, spesso ospite di Giletti nelle puntate in cui si è trattato il tema di Cosa Nostra, il giornalista di La7 avrebbe pagato proprio per le sue inchieste sulla mafia e alcune, in cantiere, "sui cosiddetti intoccabili". "Una variante quando non può essere gestita, viene eliminata - ricorda la Amurri, sibillina e inquietante -. Non sempre fisicamente, per fortuna, ma anche, come è accaduto ieri, dando il via alle trombe della delegittimazione iniziata con la notizia su Twitter della perquisizione della Dia a casa di Massimo e a La7".
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Non cita mai la Lucarelli, ma il riferimento è palese: anche Selvaggia avrebbe contribuito a far passare Giletti non per vittima (della decisione di Cairo, in questo caso), ma per colpevole, in un quadro assai cupo e ambiguo. D'altronde, conclude la Amurri, Giletti era uno dei pochi volti noti del giornalismo tv, "il brutto anatroccolo del conclave mediatico più raffinato". Che ieri, non a caso, ha preferito tacere.