Cerca
Cerca
+

Massimo Giletti sospeso? "Vento politico in poppa", cosa succederà

Daniele Priori
  • a
  • a
  • a

Cairo stoppa Giletti. All’improvviso, prima del tempo. Come un fulmine a ciel sereno scrosciato dal cielo dell’etere ai rulli delle agenzie nel primo pomeriggio di ieri. Così Non è l’Arena, dopo sei annidi puntuale presenza nelle serate domenicali di La7, è costretta a chiudere bottega e cedere il posto nel palinsesto. Con tanti ringraziamenti al conduttore che, ovviamente, «resta a disposizione della rete», precisa la nota ufficiale dell’editore. Il quale, chiaramente, ringrazia Giletti per l’impegno e la professionalità profusi ma evidentemente non sufficienti ad arrivare alla fine di questa turbolenta stagione politica e televisiva. Che al centro ha visto, proprio Non è l’Arena e il suo interprete principale.

 

 

 

 

IL FILONE - In prima linea, anzi forse ancor prima della prima linea, specialmente nelle settimane appena precedenti l’arresto di Matteo Massina Denaro. Tanto da finire sotto la lente dell’Antimafia. A insospettire la Dia le dichiarazioni decisamente puntuali del faccendiere, ex gelataio Salvatore Baiardo, rese proprio ai microfoni di Massimo Giletti. Baiardo fu vicinissimo ai fratelli Graviano, oggi condannati all’ergastolo. In molti, nel corso di quelle settimane, si sono chiesti, senza ottenere risposte, come un uomo con amicizie tali potesse prendersi la briga di parlare tanto serenamente in tv, ammiccando anche alle telecamere di La7. In alcuni video en plen air, all’aperto, in altri, come quella volta in cui disse a Giletti che se la stava rischiando alquanto, direttamente negli studi dell’emittente di Urbano Cairo. Giletti ascolta e con lui anche qualcun altro nei paraggi a controllare se, come riferito da Dagospia, proprio ieri mattina la Direzione Investigativa Antimafia pare abbia visitato casa del conduttore, poi spento all’improvviso e senza preavviso da La7. Voci, queste ultime, smentite nel tardo pomeriggio di ieri dallo stesso Giletti che le ha definite false, affermando che non c’era stata nessuna perquisizione nella sua abitazione. «Nessuna notifica delle forze dell’ordine, nulla di nulla».

 

 

 

 

Nella ridda di rumors che, come detto, ormai da mesi avvolgono Massimo Giletti come un’aura fumosa, oltre alle voci che in molti danno ormai quasi per ufficiali, legati a un sempre più prossimo ritorno in Rai del giornalista, ci sarebbe anche il sospetto su un passaggio di 30mila euro dalle mani dell’anchor man a quelle dell’ex gelataio, profeta a favore di telecamera. Ieri sera la Procura di Firenze ha smentito perquisizioni a carico di Giletti, il quale però sarebbe stato sentito due volte in Procura riguardo alle dichiarazioni rilasciate da Baiardo, l’ultima il 23 febbraio. Oltre al caso-Baiardo, a demotivare a tal punto l’editore de La7 dal portare avanti per altri due mesi l’appuntamento domenicale, sarebbero stati anche i costi elevati della trasmissione, a fronte di una minore corrispondenza da parte degli sponsor. Una sommatoria di ingredienti tale da convincere l’editore de La7 a mettere Giletti in panchina. 

 

 

 

Sta di fatto che la sospensione, per quanto edulcorata al meglio nei lanci stampa diffusi dalla rete, non è stata affatto uno zuccheretto da ingoiare per Giletti che si è smarcato con eleganza proprio da tutte le chiacchiere, sulle quali tuttavia, inevitabilmente, il dibattito insiste e insisterà a lungo. Ci ha tenuto, invece, a rivolgere il proprio pensiero ai lavoratori che con lui operano da sei anni alla realizzazione di Non è l’Arena. «Prendo atto della decisione di La7. In questo momento, l’unico mio pensiero va alle 35 persone che lavorano con me da anni e che da un giorno all'altro - senza alcun preavviso - vengono lasciate per strada» sono state le uniche parole che Giletti aveva pronunciato a caldo, nel primo pomeriggio di ieri ai microfoni delle agenzie di stampa. Alle quali nelle ore successive ha detto ancora: «Ognuno ha la sua versione ma io ho le spalle larghe». E il vento in poppa, anche politico, se dagli ariosi corridoi di viale Mazzini non si spiffera solo di un contratto di ritorno ormai lì lì da firmare, ma si parla già anche della rete alla quale Giletti sarà destinato. Se, infatti, inizialmente, doveva essere RaiUno, già sede dell’Arena originale, nel primo dopopranzo domenicale, ora si parla con insistenza di RaiDue come meta finale, dove ad attenderlo ci sarebbe nientemeno che la prima serata del giovedì. Collocazione storica dei talk destinati a fare rumore. Esattamente come Giletti.

Dai blog