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Non è l'arena, bomba Baiardo su Giletti: "Cosa mi ha fatto dire"

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C'è Salvatore Baiardo dietro la sospensione improvvisa di Non è l'arena e la cacciata de facto di Massimo Giletti da La7? Il conduttore, ufficialmente, resta "a disposizione dell'azienda" ma la rottura con l'editore Urbano Cairo appare ormai insanabile, al di là delle note ufficiali. Secondo il Domani, a pesare su Giletti ci sarebbe anche il pagamento di 30mila euro al pentito di mafia, ex uomo di fiducia dei Graviano, già condannato per favoreggiamento nei confronti dei boss negli Anni 90. Nel 2021 aveva rilasciato una intervista a Giletti in cui di fatto profetizzava la resa imminente del superlatitante Matteo Messina Denaro per gravi motivi di salute. Dopo l'arresto di quest'ultimo a Palermo a gennaio, Baiardo è tornato spesso in studio da Giletti, destando parecchio scalpore per le sue versioni che secondo gli esperti di Cosa Nostra mescolavano verità e fantasia. "Un avvelenatore di pozzi", lo hanno definito molti. Ma Giletti è andato avanti imperterrito. E ora potrebbe averne pagato il prezzo.

Baiardo, intervistato dal Domani, conferma il pagamento ricevuto: "Mi hanno pagato alcuni gettoni di presenza, ma tutto è stato fatturato, è tutto regolare, nessun pagamento è avvenuto in nero. I miei rapporti con Giletti si sono incrinati per altre questioni". I retroscena immediatamente successivi all'annuncio della sospensione del talk domenicale riferivano di generici "problemi di costi" e forse proprio ai 30mila euro a Baiardo facevano riferimento. ."Non andrò più a La7, ma sto scrivendo un libro perché ho scoperto cose assurde".

Il pentito aggiunge veleno. Già sentito dalla Procura antimafia di Firenze che indaga sulle stragi di mafia del 1993 (che vede tra i sospettati Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri), avrebbe fatto mettere a verbale altre dichiarazioni piuttosto controverse. "Lunedì scorso - rivela - sono stato ascoltato dalla procura dal dottor Tescaroli, e mi ha riferito che Giletti ha detto che gli avrei mostrato delle fotografie che ritraggono Berlusconi con Graviano e il generale Delfino. Non è vero, è falso, non gli ho mai fatto vedere queste foto. Loro dicevano 'Giletti le ha viste, Giletti le ha viste', ma non è vero. Io sono stato anche perquisito, ma non hanno trovato niente". Quindi dà la sua versione su quanto accaduto in trasmissione poche settimane fa, quando aveva detto a Giletti che avrebbe dovuto "stare attento a 360 gradi", una minaccia in pieno stile mafioso.

"Prima delle trasmissioni con Giletti c’era sempre un colloquio nel quale si parlava degli argomenti da affrontare. Durante la pausa di tre minuti in mezzo alla trasmissione è arrivato con un pezzo di carta con scritto 'Dici in trasmissione che sono minacciato', e io come un cretino ho detto quelle cose che lui era minacciato a 360 gradi". Il faccia a faccia in questione sarebbe avvenuto fuori dallo studio, senza testimoni, e consumato in pochissimi secondi. Lecito, dunque, dubitare delle parole del pentito.

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