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Salvo Sottile, la rivelazione inedita: "Mentana non mi ha creduto"

Roberto Tortora
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La differenza tra uno scoop e una bufala a volte può essere “Sottile”. E questa, infatti, non venne compresa tanti anni fa, trentuno per la precisione, da chi ricevette le prime importanti notizie sulla strage di Capaci dall’allora inviato Salvo Sottile, che in un’intervista al settimanale Gente racconta della svolta della sua carriera professionale, anno di dis-grazia 1992: “Quel giorno mi è rimasto impresso, perché non mi credeva nessuno, solo Lamberto. Enrico Mentana, invece, credeva avessi preso un granchio, perché non erano uscite agenzie. Dissi: ‘È esplosa una cementeria a Capaci, ma credo sia qualcosa di molto più grosso e abbiano ammazzato un giudice”. Il co-conduttore de I Fatti Vostri su Rai 2, insieme ad Anna Falchi, ha ripercorso le tappe della sua carriera professionale, con i momenti più importanti e esilaranti a partire da quando aveva solo 19 anni. 


Il giorno in cui fu ucciso Giovanni Falcone, Sottile racconta di essersi recato sul posto della deflagrazione e, dopo aver avuto i dovuti riscontri da parte delle forze dell’ordine, richiamò Enrico Mentana portando avanti un’edizione straordinaria. Salvo si è occupato in questi lunghi anni di tanti eventi tragici del nostro paese, anche la strage di via d’Amelio, per non parlare di tanti crimini mafiosi che il giornalista ha documentato come inviato del Tg5.

 

 

Nel corso degli anni, poi, si è ben districato anche in programmi di intrattenimento e infotainment. Nel frattempo, si è sposato e poi separato. E non poteva non parlare, sempre su Gente, del padre Giuseppe, a sua volta grande giornalista: “Il mio è stato un padre importante. Vivevamo a Palermo, dove lui scriveva di temi delicati e cose importanti. Non mi ha mai portato ad una partita di calcio o al cinema perché lui viveva solo del suo lavoro”.

 

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