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Pupi Avati choc su Lucio Dalla: "Diventò gay dopo una cura"

Luca Beatrice
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Tra Pupi Avati e Lucio Dalla il rapporto non è mai stato troppo facile per vecchie ruggini della giovinezza e una vera e propria pace non arrivò mai. Lo ha raccontato diverse volte il regista, tutto nasce da quel sentimento dell’invidia che più umano non si può. A fine anni ’50 Avati fonda a Bologna una jazz band dove suona il clarinetto, almeno fin quando non arriva il giovane Lucio, autodidatta e con un orecchio musicale fuori dal comune, che soppianta dal gruppo il più anziano collega. Non gliela perdonò mai e una volta, in tournée a Barcellona, Avati pensò seriamente di lanciarlo giù dalla Sagrada Familia. Annidi musi lunghi, l’episodio non fu del tutto dimenticato. Non si può parlare infatti di amicizia tra Avati e Dalla, certo di rispetto reciproco, ma troppo diversi i caratteri, esuberante, incontenibile Lucio, misurato e ironico Pupi. A entrambi però si devono alcuni dei momenti più belli della canzone e del cinema italiano lungo la via Emilia.

QUASI OTTANTA - Dalla se ne è andato dieci anni fa; fosse vivo il 4 marzo ne avrebbe compiuti 80 però nonostante l’addio a questa terra non è mai stato dimenticato, continua a influenzare il mondo della musica e occupare le cronache. Ieri ha parlato di lui Pupi Avati con una tesi alquanto bizzarra circa l’omosessualità di Lucio. Sarebbe “colpa” di mamma Jole, che crebbe il bimbo con la sorella e senza il padre naturale: visto che il figlio rimaneva piccolo lo riempì di ormoni per favorirne la crescita. "Non solo non è cresciuto - spiega Pupi a “La Stampa” ma a un certo punto Lucio è diventato ispido, peloso. Non so se questo mutamento abbia avuto riflessi in ambito sessuale. A Lucio, nel periodo in cui suonavamo insieme, piacevano moltissimo le ragazze, era un assatanato delle donne, era innamorato pazzo della sorella dell’impresario Cremonini, l’attrazione per il mondo femminile era in lui presente e inequivocabile.

 

 

Poi, a un certo punto della sua vita, qualcosa cambiò. È una storia che ho in qualche modo trasferito nel mio film Regalo di Natale, ho raccontato il cambiamento di sessualità di uno degli amici. Allora era diverso, non è come oggi, certe cose si vivevano con impaccio e imbarazzo. Lucio chiuse tutti i rapporti con le persone del prima, credo anche un po’ per quella ragione. È un problema che tutti noi amici abbiamo vissuto, io di sicuro. Con Lucio, in tutta la mia vita, ho parlato di qualunque cosa, tranne che di questo aspetto. Mai».

Una storia degna della canzone di Povia, Luca era gay, però al contrario, nello stesso giorno in cui Rocco Casalino, ex Grande Fratello, ex portavoce di Giuseppe Conte, ha dichiarato di essere stato con centinaia di donne (wow!) prima di scoprire la vera identità omosessuale.

 

 

DUE LEGAMI - Nella sua vita Lucio ha avuto due grandi legami, il cantante Ron e l’attore Marco Alemanno con cui ha condiviso gli ultimi anni, attento al rispetto del partner e al riserbo della sfera privata, difesa con attenzione da gossip e dicerie. Si sapeva insomma che Lucio fosse gay ma non c’è mai stato bisogno di coming out o di dichiarazioni pubbliche in tv. Non è la prima volta che il cantante è stato oggetto di ipotesi suggestive. Il filosofo Stefano Bonaga, compagno di scuola e amico d’infanzia, sostiene addirittura che Lucio fosse figlio di Padre Pio, di cui la mamma era fervente devota, facendone notare la somiglianza soprattutto nelle mani. Ora secondo Avati sarebbe da imputare agli ormoni il repentino cambio di gusti sessuali nella giovinezza. Certo, fosse così facile avremmo le farmacie prese d’assalto dai fluidi contemporanei. 

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