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Sanremo 2023, nessuna cantante nei primi cinque posti: "Datevi da fare signore"

Elodie

Luca Beatrice
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E così dopo cinque serate a sorbirci monologhi interminabili sul sessismo, sulle discriminazioni, sul razzismo, sul desiderio non compiuto di maternità, sulle pari opportunità e su quanto siamo ancora indietro come Paese su questi temi, ecco che la classifica finale del Festival di Sanremo recita verdetti impietosi: tre uomini sul podio, cinque nei primi cinque posti, solo tre donne nei primi dieci, Giorgia classificata sesta, Madame settima e la splendida Elodie nona. Altro che quote rosa, le giurie non si sono minimamente curate di quelle regole che in politica e nella società sono ormai considerate un obbligo.

Il ragionamento è sembrato semplice, le canzoni e le interpretazioni maschili sono risultate migliori, più convincenti, grintose ed empatiche.
Alle signore e signorine molti complimenti ma giunti ai fatti ha prevalso il vecchio e collaudato maschilismo.

 

 

Ci è parso che anche nel mondo della canzone stia accadendo ciò che accade nel mondo reale, ovvero la profonda differenza tra percezione e realtà. Sulla carta si vorrebbe tutto equanime, solidale, corretto, i direttori artistici costruiscono prodotti fintamente trasgressivi cui in pochi si affezionano perché sia nella canzone che nella vita alla fine prevalgono i modelli più consolidati, le persone più serie e perdono i fenomeni da baraccone. Marco Mengoni ha stravinto con un pezzo classico, di rara sensibilità; Lazza è sembrato il rapper più melodico del lotto; Mr. Rain ci ha quasi commosso con l’abbraccio finale ai bambini; Ultimo è nella linea dei cantautori tradizionali, che sempre consensi ottiene; Tananai è una bella sorpresa, fresco e autentico. Questi i primi cinque.

 

 

Del lesbo chic non è fregato niente a nessuno, delle provocazioni fittizie ancor meno, gli uomini vestiti da donna e le donne vestite da uomini sono reperti dagli anni ’80, Chiara Ferragni all’ultima serata ci ha annoiato profondamente e, diciamolo, la pomiciata tra Rosa Chemical e Fedez ci ha fatto pure un po’ schifo. Tutta roba destinata al prevedibile scandalo che da domani non se ne parlerà più e invece resteranno le canzoni e almeno una mezza dozzina sono davvero buone, anche se interpretate tutte da maschi. Le donne, invece di lagnarsi, se ne facciano una ragione. Sono bastati pochi minuti di Luisa Ranieri per oscurare monologhi e tirate. Non è Sanremo a essere troppo tradizionale, ma il nuovo femmineo a convincere poco.

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