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Carla Bruni, il pubblico rumoreggia. Lei stona, poi... Un caso a Sanremo

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Il pubblico dell'Ariston rumoreggia quando sale sul palco Carla Bruni, moglie dell'ex presidente francese Nicolas Sarkozy. La supertop italiana, ormai francese d'adozione (tanto che Gianni Morandi, non senza farlo pesare un po', la chiama Carlà) si esibisce al Festival di Sanremo a supporto di Colapesce e Dimartino.

 

E' la notte delle cover, e la loro scelta è quasi suicida: Azzurro, il classico dei classici scritto da sua maestà Paolo Conte e reso praticamente un inno nazionale da Adriano Celentano. Due leggende, un testo mandato a memoria da generazioni e generazioni di ascoltatori, un valore morale ed emotivo incommensurabile. Il guaio è che l'attacco è affidato proprio alla Bruni, famosa per lo charme ma non certo la tenuta vocale. E infatti l'inizio è zoppicante, quasi imbarazzante. Carla balbetta incerta, tremante. Poi tocca ai due musicisti siciliani, tra i favoriti per la vittoria finale e ormai coppia collaudatissima risollevare le sorti dell'interpretazione.

Al termine del brano l'ex premier dame sussurra "Splash", proprio il titolo del brano portato in concorso da Colapesce e Dimartino. Ed è subito endorsement: porterà bene? E soprattutto, è a norma di regolamento? Stavolta l'applauso della platea è più convinto di quello riservato alla Bruni qualche minuto prima: buon segno.

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