Vittorio Feltri: cara Paola Egonu, ci piaci ma questa volta sbagli
La vicenda è nota però merita una chiosa. La squadra azzurra di pallavolo schiera una atleta di rara bravura. Si chiama Paola Egonu e i suoi genitori sono originari della Nigeria. È una bella ragazza di pelle ovviamente scura e questo dettaglio le procura qualche disagio, probabilmente. Tanto è vero che recentemente si è lagnata in quanto alcuni ignoranti le hanno detto: ma tu come fai a essere italiana nonostante sia nera? Domanda scema poiché se una fanciulla gioca in una nostra rappresentativa sportiva deve per forza avere la nostra nazionalità.
La giovane si è offesa al punto di aver detto precipitosamente che si sarebbe ritirata dalla squadra di cui è la regina avendo segnato più punti in carriera di tutte le sue colleghe. Reazione esagerata a cui se ne sono aggiunte un paio successive. Queste: il vostro è un Paese razzista, la seconda: non voglio avere figli perché desidero che non siano oggetto di scherno per via del loro colore. Lì per lì viene voglia di nutrire comprensione per la splendida atleta, se però ragioniamo non possiamo che darle torto anche in seguito alla sua partecipazione al Festival di Sanremo, un traguardo riservato a persone considerate più che patriote. Tanto per cominciare non si può dire che l’Italia spicchi per razzismo, visto che ogni giorno vi approdano centinaia, se non migliaia, di africani. Il che accade da decenni.
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Del nostro popolo si può dire tutto il male possibile tranne che sia razzista. In Italia, come in ogni Stato del mondo, vivono parecchi cretini che sui social, specialmente, sfogano la loro imbecillità. Ma nel complesso è assurdo dire che siamo gente capace di discriminare esseri umani abbronzati, come direbbe Berlusconi. La dimostrazione della veridicità di quanto sto asserendo consiste nel rispetto e nell’ammirazione che tutti noi abbiamo sempre avuto per Paola, la quale da queste parti non solo è stata rispettata, di più, ma esaltata per la sua capacità di essere diventata una campionessa inarrivabile nel suo sport. Credo che poche donne da queste parti vengano lodate quanto Paola che, per giunta, è apprezzata per la sua indubbia bellezza.
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Deve solo imparare a sopportare i deficienti che pure qui sono numerosi, come probabilmente abbonderanno anche in Nigeria. Noi le vogliamo bene e non vorremmo mai perderla, ma sappia che noi umani non siamo tutti uguali, qualcuno svetta per scemenza. Bisogna sopportare coloro che sono molesti senza fare di ogni erba un fascio. Pensi che tra italiani l’offesa più sanguinosa tra quelle correnti è fascista, quando i fascisti non esistono da decenni. Cara Paola, si adegui alla nostra balordaggine che immagino più sopportabile che vivere in Nigeria. Le auguro di ottenere ancora grandi successi e mi consenta di dirle che lei, se tiene la bocca chiusa, mi piace da morire.