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Fedez fa vergognare anche la Rai, il retroscena: dopo il monologo

Salvatore Dama
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Fedez torna Federico Lucia da Buccinasco. Per una sera. A Sanremo. Ed è subito “effetto 2011”. Quando l’aspirante teen idol (ancora a sua insaputa) incise La Penisola che non c’è, il suo primo album. Aveva tatuaggi in progress, il septum al naso, la fidanzata zecca e scriveva (da solo) testi politici con la speranza di suonarli nei centri sociali, unici luoghi dove il rap, genere in quegli anni disgraziato, aveva diritto di cittadinanza. Rieccolo che torna. Per pochi minuti di esibizione al festival della canzone. Non all’Ariston, ma sul palco alternativo, quello della Costa crociere. Nave che lo Schettino dell’hip hop fracassa sugli scogli al secondo 47 della sua performance. Cosa è successo: Federico ha due pezzi in scaletta. Il secondo è Problemi con tutti (Giuda), uscito nel 2021. E ok. L’altro, il primo, si intitola genericamente “freestyle”. Che roba è? Di solito si tratta di improvvisazioni con cui i rapper danno sfoggio della propria capacità di inventare rime al momento. Ed è quello che fa Fedez. Più o meno. Perché da qualche anno all’artista gli si è estinta la vena creativa. Al blocco dello scrittore, per sua stessa ammissione, rimedia Dargen D’Amico, confezionando testi su commissione. Facile che sia andata così pure mercoledì sera. Altri invece sostengono che sia Salmo il ghostwriter. Ugualmente fattibile: i due per anni si sono insultati, ma da questa estate hanno cominciato a collaborare.

 

 


GLI INSULTI
Detto questo, la canzone contiene tre mine: una strofa su Matteo Messina Denaro (che si è fatto prendere) e due “dissing”. Destinatari: il ministro Roccella (sull’aborto) e il vice ministro Bignami, per il costume da nazi. Citazione, quest’ultima, arricchita da un’installazione artistica umana. Con l’esecutore che ha mostrato la foto dell’esponente di Fratelli d’Italia per poi stracciarla in diretta. E qui si arriva al retroscena. Perché Fedez non è da solo al Festival. Ma con la sua signora. Casualmente si dà il caso che la consorte sia la presentatrice di una delle serate. Per cui a Sanremo circola questa voce: Federico avrebbe dovuto esibirsi martedì, stesso giorno in cui all’Ariston c’era Chiara Ferragni. Poi, siccome il rapper aveva premeditato il suo colpo di scena, ha chiesto di cantare il giorno dopo, lasciando il palco a Salmo.

 

 


Tutto molto realistico. Perché nella carriera di Lucia c’è uno spartiacque. L’epoca A.C. (Avanti Chiara), quando Fedez faceva l’antisistema. L’era D.C. (Dopo Chiara), quando l’artista si è adeguato agli standard della dolce metà, diventando un aedo del politicamente corretto, oltre che un cumenda con la Lambo. Proprio il prototipo di essere umano che Federico perculava negli anni in cui era un “rimastino” da centro occupato. Succede un fatto, però. Se rovisti nella spazzatura per smerdare un deputato in mondovisione, dal secchio può uscire di tutto. Pure i testi omofobi e misogini degli Anni Dieci. Quelli che il cantante ha scritto, interpretato e poi rinnegato da quando è diventato un Ferragnez e ha dovuto recitare una parte, in presa diretta sui social, ventiquattro su ventiquattro. Peccato, perché magari il vero Fedez era quello, chi lo sa. E ora subisce in casa la censura preventiva, altro che articolo 21. Dal repertorio escono robe tipo: “Mi interessa che Tiziano Ferro abbia fatto outing / Ora so che ha mangiato più wurstel che crauti”. Oppure: “Perché nessuno ha ancora detto a Flavio Briatore / Che andare in giro con il pareo è un po' da ricc***e”. O anche: “Lo vedi quel signore che si mette la gonna? E’ Cecchi Paone che si veste da donna”.


SMARCAMENTO
Liriche irripetibili. E allora si sfoga sul potere. Proprio lui che è il “sistema” in carne, ossa e tatuaggi. Reazioni? La Rai si smarca: «A nome dell’azienda mi dissocio fortemente dagli attacchi personali che la performance di Fedez ha rappresentato, soprattutto nella gestualità», dichiara il direttore Intrattenimento di prime time Stefano Coletta. Sul palco dell’Ariston, conferma Amadeus, «c’è totale libertà di parola, però è importante che ognuno si assuma la responsabilità di ciò che dice». Fratelli d’Italia sceglie il silenzio. «Cerca il martirologio, ma non saremo di certo noi a darglielo...». Così all'Adnkronos Federico Mollicone. Anche Matteo Salvini, leader della Lega, sceglie di non affondare: «Non commento Sanremo, la sera ho cose più importanti di cui occuparmi. Rispetto il lavoro degli altri, non lo commento» Il Partito democratico, invece, stappa lo champagne: «Ma davvero per la destra italiana il problema è Fedez che mostra la foto di un viceministro vestito da nazista e non che ci sia un viceministro che si vestiva da nazista?» si chiede il deputato Matteo Orfini. «Grazie a Fedez per aver sputtanato Bignami in mondovisione», dice l’ex sardina Mattia Santori. 

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