Sanremo 2023, Benigni sbugiardato: cosa diceva nel 2016 della Costituzione
"Roberto Benigni a Sanremo riscopre la Costituzione come "opera d'arte". Ma nel 2016, quando appoggiò Renzi che voleva devastarla, cos'era: una crosta?": la riflessione arriva dal Fatto Quotidiano. Ieri, infatti, l'attore toscano è tornato a Sanremo per rendere omaggio ai 75 anni della Costituzione, definendola "la più bella che si potesse immaginare". Un vero e proprio inno quello di Benigni.
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"La Costituzione c'entra anche con Sanremo, perché è un'opera d'arte e canta la libertà e la dignità dell'uomo, ogni parola sprigiona una forza evocativa e rivoluzionaria come le opere d'arte, butta all'aria tutto il soffocamento, l'oppressione, l'ingiustizia e la violenza di prima, è uno schiaffo al potere, ci fa sentire che viviamo in un paese che può essere giusto e bello, ci dice che il mondo può essere senza violenza", ha detto ieri l'attore toscano sul palco dell'Ariston.
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La riflessione del giornale diretto da Travaglio, invece, nasce dal fatto che Benigni nel 2016 si schierò a favore del referendum costituzionale promosso da Matteo Renzi. "I primi 12 principi della Costituzione sono intoccabili e la prima parte, diritti e doveri, sono straordinariamente belli e intoccabili - disse all'epoca il comico -. La nostra Carta è la più bella del mondo. È stato un miracolo, i nostri costituenti ci hanno fatto volare e hanno illuminato le macerie. E così l'Italia si è rialzata. Per la seconda parte, però, già i costituenti auspicavano un miglioramento".
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