La "Polvere" di Olly invade Sanremo
“Pensare al palco dell’Ariston mi fa un effetto strano, pensavo di capire cosa significasse. Invece appena ci sali capisci che non è così. Sono gasato di essere tra i big, ma ti confesso che ho paura. È comunque molto di più la voglia di divertirmi della paura di sbagliare”. La prima volta non si scorda mai. Federico Olivieri, in arte Olly debutterà tra i big del Festival di Sanremo. A soli 21 anni punta a lasciare il segno come ha raccontato a Libero: “Voglio portare non la canzone ma me stesso a Sanremo. Arrivo qui dopo tanti sacrifici, nessuno mi ha regalato nulla e non ho mai dovuto chiedere favori a nessuno”.
Come ti stai preparando per il debutto tra i big?
“Sto facendo le prove della canzone davanti allo specchio. In questi giorni ho scoperto anche l’importanza del dormire e mangiare bene. Voglio essere al top”.
In gara ti presenterai con la canzone Polvere: un brano molto radiofonico. È nato per il festival o era già nelle tue corde?
“Era pronta a prescindere. Per la prima volta collaboro con un autore: quando ho letto il testo, l’ho sentito subito mio. Poi ho aggiunto 2 strofe che avevo già scritto e si sposavano alla perfezione”.
Cos’è la polvere per te?
“È un modo diverso di guardare il mondo. La polvere infatti ha un alone di indefinito che la circonda. Non è una condizione negativa: ho scritto la canzone impersonificandomi nella polvere dello scatolone, fino all’arrivo della pioggia che rompe il cartone. Alla fine rimane solo Olly con la propria polvere che sono le paure e le fragilità di tutti noi. È importante trasformarle in una occasione per crescere e superarle, non in un buco in cui sprofondare”.
Hai trionfato a Sanremo Giovani con L’anima balla: mi ha colpito il “posso fidarmi di te” che spicca nel ritornello. Di chi ti fidi nella vita?
“Ho difficoltà a fidarmi, lo faccio con poche persone. A volte non mi fido neanche di me, una prerogativa del mio carattere è di essere cattivo con me stesso: sento come una vocina in testa che mi dice stai sbagliando, non farlo…”.
In quel brano dici “Fede fai con calma, che la strada è lunga”, dove stai andando metaforicamente parlando?
“Non vorrei vivere un successo estemporaneo, ma lavoro affinché il mio percorso possa essere duraturo, affermandomi piano piano”.
Che rapporto hai col Festival?
“Devo essere sincero: da bambino non seguivo Sanremo. Sono sempre stato un ascoltatore selettivo che non ama qualcosa che arriva a tutti, mi sento geloso delle mie cose. Il Festival però rimane straordinario ed esserci a 21 anni è motivo d’orgoglio”.
Le tue canzoni sono un mix di adrenalina e riflessione: quanto c’è di autobiografico?
“Tutto. Venendo dal rap nasco con l’input fortissimo di raccontare qualcosa di mio: crescendo ho ripescato brani passati e capito anche la forza di raccontare storie di altri per scoprire attraverso loro se stessi”.
Sei genovese: cosa ti porti dietro a livello musicale dalla tua città?
“Mi ha insegnato molto la scena genovese, a partire da De Andrè che dava voce a chi voce non ce l’aveva”.
Nei tuoi brani seppur declinato in maniere differenti c’è sempre l’amore sullo sfondo. Cosa rappresenta per te?
“L’amore non lo provo, ma lo coloro e lo disegno. Non tratto molto l’amore di coppia: non ho mai avuto una relazione stabile finora, non fa per me. Amore per me è la passione per qualcosa che fai, per un amico, per un animale. Sento le vibrazioni dell’amore senza averlo mai provato”.
Quali sono stati i tuoi modelli artistici?
“Vasco Rossi è il mio idolo: sono fan del minimal e della semplicità con cui riesce a comunicare le cose. Da ragazzino lo consideravo banale: poi sono stato a un suo concerto e ho cambiato idea. Che stupido che ero...”.
Mi dici 3 canzoni che non mancano mai nella tua playlist.
“Where is the love dei Black Eyed Peace, Ridere di te di Vasco e Hey ya degli Outcast”.
Nella serata delle cover duetterai con Lorella Cuccarini: come nasce questo sodalizio artistico?
“Una figata. È un bel connubio tra mondi diversi, faremo insieme la Notte Vola. Sono felice di averla contagiata con il mio entusiasmo e averla coinvolta nel mio mondo”.
Negli ultimi anni vanno di moda i featuring: con chi ti piacerebbe lavorare tra gli altri concorrenti di Sanremo?
“Con Lazza e Giorgia. Poi vorrei conoscere i Cugini di Campagna sono curioso di vederli in studio in fase creativa. Credo siano uno spettacolo”.
Hai collaborato con Arisa e Blanco: cosa ti ha colpito di loro?
“Di Arisa la sua semplicità: è tenerissima con un’educazione incredibile. La ringrazio per avermi fatto remixare un suo brano iconico come La Notte. Blanco invece ha un’estetica con idee forti. Di lui mi ha impressionato la leggerezza con cui affronta ogni cosa”.
Infine come si vede Olly tra 10 anni?
“Morto! (Sorride, ndr). Penso spesso al mio funerale. Vorrei spegnermi per un giorno solo per vedere chi mi piange nel mondo. Al futuro non ci penso: sono focalizzato sull’oggi. Vorrei essere ricordato da artista rispettato, perché metto verità in quello che faccio e non ho mai costruito nulla a tavolino”.